314 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo VI. laggio indiano di S. Saverio sul Solimoes, nel quale 1*8 dicembr-condusse dalle selve 80 indiani ;1 pieno di speranze il procura tore delle missioni Fonseca chiedeva allora al generale dell’Or-dine altri missionari dalla Germania o dall’Italia.2 Ma le speranze caddero ben presto da quando il fratello minore di Pombal, Francesco Saverio iMendonca de Furtado, Riunii governo della colonia.8 Già il 20 novembre 1752 il rettore di Parà, Alessio Antonio, riferiva al generale dell’Ordine4 che •> situazione del collegio e seminario era ancora buona, ma che certi difficoltà riguardanti gli schiavi, gl’indiani e le missioni, sollevati dal nuovo governatore, mettevano a dura prova la pazienza de; missionari. Un anno più tardi il rettore rilevava di far tutto quello che era passibile per mantenere la pace; i missionari *i prendevano cura dei soldati portoghesi, li provvedevano di carni farina e medicine, cosicché anche gli avversari lo riconos' ■••vani ma la questione della missione degl’indiani era ancora sempre ncutn. * Difatti Mendonca cercava non soltanto di sottrarre ai mi nari l’amministrazione civile dei villaggi indiani. * ma ne rendevi quasi impossibile l’ulteriore cristianizzazione. I suoi funzionar: costringevano catecumeni e neo-convertiti a servigi gratuiti di canottaggio, cosicché molti, inaspriti, abbandonavano le riduzioni e rientravano nelle loro selve.7 Con la fondazione deila cietà commerciale di Maranhào e Grào Parà del 6 giugno 17S5 cominciò una vera lotta di distruzione contro la missione. Siccome i gesuiti vendevano i prodotti dei loro terreni che sopravanzavano, a beneficio della missione, così la società vedeva i-quosto cosidetto commercio dei gesuiti un pericolo per ^ 'J monopolio. I er liberarsi dai molesti concorrenti, cominciò ora la fTi' dual<» espulsione dei missionari. « Se non fosse da temere di priV v ix are 1 .ra ilei re contro l’intiero Ordine, scriveva il missi°Dar‘ l rancesco da Veiga il 1» luglio 1755 al generale dell’Ordine. -