Lotta sul terreno letterario contro il monitorio. 953 Mentre i negoziati diplomatici erano in pieno corso, il fiscale Campomanes intraprese su terreno letterario la lotta contro i principi esposti nel monitorio, in uno scritto dal titolo: Giudizio imparziale,1 scritto che nella letteratura polemica del tempo raggiunse una certa celebrità. Uno storico liberale celebra questo scritto come un documento duraturo del vero spirito spagnuolo e come uno specchio della verità ;2 uno storico conservatore invece lo classifica come un guazzabuglio di dottrine regaliste tolte dal Febronio, Van Espen, Saligada e altri, senza sistema, senza stile e senz’arte, nel testo e in margine sovraccarico di lunghe e spesso inesatte citazioni dai digesti e dalle raccolte conciliari.8 Siccome, quando comparve, incontrò delle critiche, l’opera, per ordine del re, venne sottoposta all’esame dei cinque membri episcopali del Consiglio straordinario. Ma perfino questi trovarono tanto da eccepire che la prima edizione venne ritirata e il fiscale Giuseppe Monino venne incaricato di redigere un’edizione migliorata. 4 Secondo l’autore il potere civile è completamente indipendente, e di fronte ad esso la Chiesa ha il diritto di consigliare ed ammonire, ma nessun potere punitivo. La vera forma di governo della Chiesa non è monarchica, ma aristocratico-episcopale, nella quale tutti i vescovi hanno lo stesso potere e la stessa dignità. La infallibilità risiede legittimamente nei concili ecumenici. Nel Papa bisogna distinguere bene fra il principe temporale e il successore di Cristo e capo visibile della Chiesa ; i vescovi hanno sempre riconosciuto l’impossibilità di associare il sacerdozio alla sovranità. Il clero possiede i suoi diritti, le sue esenzioni ed immunità non in forza di un diritto divino, ma per la grazia di pii principi. Con particolare asprezza lo scritto si volge contro 1’« abuso » che rappresentava il deferimento di querele a Roma, e sovrattutto contro la dottrina del potere indiretto, che mette in mano della Curia romana la suprema sovranità del mondo cristiano e attribuisce al Papa il potere di decidere i conflitti fra i principi e di disporre delle corone e dei regni. Soste- i Juicio imimrcinl sobre Ias lei rat rii fornui de ¡trece que ha pubi irsuto la Curia Romana, en que $e intentan derogar ciertos edictos del Serenísimo Señor Infante Duque de Parma, y disputarle la soberanía temporal con este pretesto. Madrid 1768. a Fekkek del Rio (II 233). » Mexésdez t Pelato (in 1958.). Cfr. MtavtLSZ 388: Rocshkau I 255ss.; Dawila v Collado III 210 ss. ; Revsch. Index II 1R7. Secondo Masso* (Le cardinal Rrrnis depuis son ministfre. Parigi 1*8-4, 88) il vero autore dell'opera sarebbe l'Abbé de Joubert, figli» del presidente dell'ufficio supcriore delle inibiste di Montpellier; Orapomncf l’avrebbe solo fatta tradurre. ♦ Mexéxuez t Pelavo III 150. In questa seconda edizione del 1709, qualche cosa venne mitigata. He uscii, Index lì 9B7.