346 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo VI. la preghiera di attenuazione in tale riguardo. Il giuramento imposto è il mezzo migliore, così egli dice, per conservare l’unità tri i missionari, e la migliore difesa contro l’arbitrio delle o;unioni e delle interpretazioni. Le censure poi colpiscono soltanto i contravventori delle leggi papali e quei ribelli, che in altro modo non si possono condurre ad obbedienza. In secondo luogo i missionari pregano di nuovo di essere dispensati dall’uso della saliva nel battesimo e di non dove*- eseguire troppo apertamente l’atto del soffio. Già nel 1734 questa preghiera era stata accolta per dieci anni ; Benedetto conce< le nel 1744 una nuova dilazione di altri dieci anni, ma stabilisce che questa sia l’ultima e che della dispensa si debba servire so'o nei casi di necessità. Egli esprime però il suo stupore di non aver potuto costatare se nel decennio trascorso i missionari si ¡ano presa la debita cura di vincere il ribrezzo degli indigeni. Qualora gli indiani tenessero fermo ostinatamente all’idea che quelle cerimonie meritassero biasimo, essi non erano davvero nello stato d’animo necessario per ricevere degnamente il battesimo. La terza preghiera dei missionari riguarda la questione dei paria, il pregiudizio degli indiani che il missionario il quale entra nella capanna del paria per amministrargli i sacramenti, sia da considerarsi come macchiato, cosicché non può più mantenere il contatto con le caste superiori. Per girare questa difficoltà, i F* suiti avevano proposto di destinare appositi missionari che *•> dedicassero permanentemente ed esclusivamente al servizio dei paria. Il Papa accetta questa proposta. Della sua applicazione « dovrà render conto alla Santa Sede dopo cinque anni, e sui risultati ottenuti nella cerimonia del battesimo, dopo dieci anni, w lora i gesuiti non riuscissero ad introdurre quelle cerimonie, a'ln missionari dovranno tentare di raggiungere quello che essi, senxa loro colpa, non poterono ottenere. Per l’eventuale sostituzion i Papa prende già ora le sue misure. sul veri crini In al e siccome l'imperatore aveva mandato un plenlpot*'! < ^ per Informarsi sul conto del rivoluzionari, cosi la cosa poteva dlvent--tnle. Per fortuna 11 viceré era favorevole ai cristiani e siccome c'era da faro I funerali per un missionario defunto, egli si offerse a partecipa suol mandarini Ora il missionario di Sinang. il francescano Michele *,r ^ de*, si trovò In grande imbarazzo. Respingere l'offerta del viceré non ^ nlva. perchè sarebbe stata un'offesa; accettarla era anche pericoloso ! ^ proibizioni* del riti. Femandez credette di salvarsi esponendo al viceré n ^ memoriale che egli nel riti vedeva soltanto cerimonie civili e dichiara ^ stessa coso anche in un'istruzione in grandi lettere sul catafalco. Ma missionario venne trattato dal vicario generale vescovile come sconiu»> ^ con cliV rimase paralizzala la sua attività pastorale e Qno a che giunse a ^ sione del caso da Roma poterono passare tre anni. • K. Stumpf al genera l'Ordlne: Pechino 1718. Carte del geaaltL