La Bolla contro la massoneria. 277 alla testa di quella loggia stava il principe di S. Severo. A quanto a> ¡cura il Tanucci, egli riuscì a persuadere il confessore del re, l’an-ivescovo Bolanos, dell’invalidità delle censure pontificie contro la federazione massonica e di presentarla nel consiglio segreto della corona come innocua.1 L’esercito, l’amministrazione e perfino il clero erano pieni di massoni. 2 Benedetto lamenta il 26 maggio 1751 ' che il Sansevero avesse persuaso il re che nelle loggie non si faceva nulla di male e che esse a Parigi erano accessibili al pubblico, il che a dir vero testi degni di fede avrebbero confermato anche al Papa. Volesse Tencin adoperarsi presso il re contro la .'» tta, la quale si era infiltrata dall’Inghilterra, non veniva tollerata nemmeno in Olanda e non poteva essere nulla di buono, perché si nascondeva nel mistero. Ora la massoneria venne di nuovo proibita in un’apposita Bolla.4 Per Napoli la condanna eh!« per conseguenza che Carlo III intervenne contro la massoneria; i membri dovettero promettere nelle mani di regi funzionari di uscirne e i sospetti di rinunciare ad entrarvi. Tanucci cercò di sminuire l’importanza del passo dicendo che il pretesto era stato dato da caricature contro i frati e da pubblicazioni ' ■»ntro i presenti misteri della setta ; ma comunque, la proibizione di -oeietà segrete era giustificata.5 Per Benedetto XIV c’era anche una ragione particolare di procedere contro la setta. S’era infatti sparsa la diceria che egli stesso in segreto appartenesse ai massoni e che non avesse confermata !a Bolla del suo antecessore perchè non approvava le sue con- ' ' 'umili* Gcselltchaft XIV (1005) 100-139; E. Fekberi, Le prime loggin ili ' " Muratori a Livorno c le pemccuzioni de! elero e della polizia, Roma 1911 ; 'I'Ki'olongo, La mumoneria nel »cerilo .XVIII in Tonatila, Lombardia, Pie-Savoia. Genova. Napoli fino al USO, in Studi »1orici XIX (1900); loggie dei Liberi Muratori a Napoli [17U>-17.11], in Arch. »tor. per * *'•'» . napoli!. XXX (1905). lunucci a Corsini il » gennaio 17.11 (confidenziale), Archivio di m * B c a s. Estado SD84. lutto l'esercito, la curia, la corte, la Chiesa ancora eran pieni di «quei ,frati ». Tanucci a Finocehietti il 21 luglio 1751 (confidenziale), ivi. A Tencin, II 118. Cn Edicto [stampato] (del 10 luglio 1751) contra los .ai1' "l:i*ones cn el reyno de Xapoles: Carlo re delle due Sicilie, nell’Archi-” '• '• 11 ’ A m t> a 8 c ia t a di Spagna a Roma. Leonardo da Porto ,*s*>r*lne ’a sua gioia per ciò (a Benedetto XIV il 9 luglio 1751, in ’'ti s01); egli sa di logge in Nizza e nella Provenza (ivi). * 0*1 18 marzo 1751. Bull. Lux. XVIII 212 s. t. , Riccio il 17 agosto 1751, (confidenziale): Archivio di Si- t, . ''as, loc. cit. Al suo confessore Tanucci scriveva: ‘«Abbiamo qui fatto •l*ti« "i e°lltr0 * Muratori. Iddio ha toccato il cuore del Re e ha bene- j- * ° *®l" del I*. Pepe, a cui prego V. R. di ricordarmi servitore » (a Mico il J”'1'" 1 *vi)- * A Corsini il 13 febbraio 1751 (ivi) Tanucci irride agli Z1 ‘li Pepe contro 1 fra massoni.