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Clemente XIII. 1758-1769. Caiptolo III.
L’importanza del fatto e della posizione preminente dello Swit.er. nella vita intellettuale risulta da questo, che l’ufficio di censura non solo formulava proibizioni di libri, ma assumeva anch* !a responsabilità per tutti i libri ammessi, e nella loro approvazion< adoperava una intera scala di valutazioni più o meno positive.
   Come censore Swieten ha proibito opere di Machiavelli e Rousseau, Voltaire e Lessing, Ariosto e Wieland;1 lasciami di cercare se in base ai suoi principi personali o per tener conto dei sentimenti deH’imperatrice. È caratteristica però la lotta svoltasi attorno al « Febronius » di Hontheim.2 Quest’opera fu domandata appassionatamente a Vienna come altrove, e sorpa. • altresì la censura dopo un triplice esame. Il suo effetto fu enorm* in breve tempo il febronianesimo era divenuto moda fra gli ecclesiastici. Ma quando Roma nel febbraio 1764 pronunciò la -uà proibizione, allora il cardinale Migazzi sollevò anche in Vienna protesta contro le proposizioni biasimevoli sul Primato e contro la descrizione satirica della corte papale.3 L’imperatrice si f<*« dare il parere censorio dello Swieten; la lotta era aperta fra arcivescovo e censore. Van Swieten si riferì ai pareri ecclesiastici dei canonici Stock, Gurtler e Simon come a quello giuridico del giurista Martini, lamentò un contegno ambiguo, per lo men indeciso, del Migazzi, e alla fine mise in campo il punto di vista presumibilmente decisivo di fronte all'imperatrice: « Questo libr sostiene i diritti dei sovrani, specialmente quelli dei principi de l’impero. Si dice sia stato composto da un uomo dotto e sotto g occhi di un Elettore ».4 Pure, allorché comparve l’edizione tedfr-
fc deplorevole, ehe esse Ti siano state inviate solo qunudo giA erano ■.tamf>*t* e dovevano essere discusse Ne risulta l’intenzione di sottrai-« la • f* Noi rileviamo già da lungo tempo, che I poteri laici vogliono allontanar» ¡' autorità ecclesiastiche dalla censura del nitri. Ove sia tolto qiiest'anti«-' dirli1" si ha un floricolo per la religione cristiana. Molto si è conteso in pr-H**1' nel Milaucse, e Noi scrivemmo anche alla regina, che questa sarebl»e la più precipitosa, c Inciteremo |l Nostro nunzio a reclamare. |<erché questo *•* tanno minaccia dintiltrarsi anche in Innshruck. Impiega la tua Influen“ 1 corte i»er sbarrare la via a questo abuso». Epitt. X. f. 278, Archivio *r greto pontificio.
    *	.iUg.-Ovultcke Him/niphir XNVUl 208 s.
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    *	Clemente XIII si era rivolto perciò al Migazzi il 14 marzo 1704 l'<":
sopra p. Ó64 u. 2). e novamente il 14 luglio 178* (Bmll. Coni. 87»). aveva udito, «pestiferum iibrum per inanus etiam ( ¡esareae istitts aula? cerum non sine quorumdain appro battone circuinferri ». il Migazzi f«v •ia,l*il sperare ai l’apa. che tuttavia vi sarchile ancora una proibizione del IH‘r' * Vienna fletterà del :«l luglio 1764. Xunciat. ai Germania <152. Archi»“ segreto pontificio).
    ♦	Il Itadcrmacher • scrisse il 28 luglio 1764. certo all'Oddl. da P>ivr breitstein: «Sappiamo che il Msgr. Nunzio di Vienna ha messo tutt» In c' ( mento appresso la corte iui|>eriale per effettuar una tal proibizione, e «*<• t»!!‘ 1 pa.si suol non anno avuto verun effetto». Xmnzial. ai Germania «03 f 1'* 1,1