Clemente XIII non approva i decreti contro i gesuiti. 583 •¡.litica.1 I nemici dei gesuiti in Roma, resi arditi da ciò, osarono -empre più oltre. Ogni settimana avevano luogo riunioni n’l’abitazione dei capi per deliberare sui mezzi e le vie di prosare la caduta dell’Ordine odiato.2 Mentre i gesuiti, obbedendo »Mordine papale, mantenevano il silenzio, i loro avversari separo accortamente porre la stampa a proprio servizio. Con i mezzi finanziari, di cui disponevano abbondantemente, opuscoli di ogni -rta vennero in parte pubblicati per la prima volta, in parte stampati e diffusi in tutte le parti del mondo. Ogni settimana 1« molto letta Gazzetta di Lugano, al soldo del Portogallo, pubblicava racconti inventati di sana pianta, o accomodati tendenzio-•ameate, contro l’Ordine, che venivano divorati con avidità. Se il Papa udiva di questo, deplorava bensì la sorte dei gesuiti, vi pianava anche sopra talora, ma non poteva decidersi a porre un tergine alle mene del partito, unicamente per timore di uno scisma. Egli veniva confermato nella sua condotta dal contegno arrostite di Almada, che aveva pronte sempre minaccie, come dal si-*nrio sospetto del re, che lasciò otto mesi senza risposta la let->ra autografa, colla quale Clemente XIII annunciava al monarca » *ua elezione. * Per fare almeno qualche cosa, il Papa fece scrivere al nunzio A ¡aioli, perchè facesse comprendere ai due cardinali Saldanha * Atalaya, amichevolmente e come di sua iniziativa, che i loro ¡‘-'reti contro i gesuiti avevano dispiaciuto al Papa, perchè erano •tati emanati senza osservanza delle forme giuridiche e senza visita regolane.4 Da principio, bensì, sembra che a Roma si siano progettate *“ure ulteriori. Il nunzio aveva già il 13 giugno 1758 espresso ;dea, che il nuovo Papa poteva chiamare il patriarca a render rjnto della sospensione inflitta ai gesuiti senza ammonirli prima ■ '*'nza dar loro possibilità di difendersi. Ma non sperava un gran ‘■“cesso, perchè, egli diceva, il Carvalho faceva tutto, e « il po- 1 "mu*A. De tu pprctaione 40. I ai ulani ¡nitore Nicola Paglierini dopo la ,,*»rn dei Portogallo colla Curia venne ronda mia to alla galera, ma presto cr**l*to dal Papa. Attraverso Napoli, ov« il Tflmicci s'interessò vivamente di •til fncirì in Portogallo, ove lavorò agli stipendi del Pombal. Fu graziato ' l'-mente XIV e fatto nobile romano. [RikkkI III 1ÌJI7 K. ; Cobdaba, De $up-' ""me ti); • Tatuiceli a Carlo III di Spagna e al conte Pigliateli!, Napoli ''•••rato Uib, Archivio di Simanca«. Unta do 3176; • Tanucci a Oa-1 T'Olii e Buttar!. Napoli febbraio 17B2. ivi; ’Nicola Pagliarini a *r‘" figlia rini. Napoli n febbraio 17ffl. ivi Kxtado 4!HìT. ! <'fr. sopra p. 200. 1 ' “Iidvka. Commialarli 52S s. ; De »apprensione -Il ss. ; ’Acciaioli a Tor-'riani il 2s novembre 1758, Xmnsiai. di Pori. 114, Archivio aegreto " 1 1 f I c i o : • Torrigiani ad Acciaioli il 23 novembre 17.V>, ivi 1KH. 4 1 oìcuu, Commentarli 528.