Una critica alla Prammatica Sanzione. 833 che volevano tendere ad gesuiti i promotori dell’espulsione.1 Nei protocolli del Consiglio straordinario l’imputazione del progettato regicidio non è sollevata in questa forma crassa, ed è difficile ammettere che un ministro ne fosse persuaso intimamente. Per lo meno secondo la confessione dell’Aranda non furono oscuri piani omicidi a causare l’espulsione dei gesuiti, ma la convinzione generale, che l’Ordine non era adatto ai tempi.2 La critica più forte la Prammatica Sanzione probabilmente la trovò in un preteso estratto dalla « Gazzetta » di Londra del 6 maggio 1767. Ogni amico del diritto naturale e sociale, vi si dite, deve sollevarsi di orrore contro un procedimento così tiran-nico. Anche se i gesuiti fossero ateisti, traditori o diavoli in forma umana, essi, quali membri del corpo statale, non potrebbero esserne separati senza la prova rigorosa che la loro corruzione è tale da renderli meritevoli a buon diritto di una tale separazione. Se un sovrano può disporre a suo talento di una qualsiasi corporazione del suo popolo senza addurne altro motivo che la sua propria volontà, certe deliberazioni segrete e motivi a lui solo conosciuti, dove rimane la sicurezza del diritto? Esigere che ci si sottometteva ad un simile procedimento segreto muti e senza contraddizione, sotto minaccia di esser trattati altrimenti come rei di lesa maestà, e sopprimere a bella posta ed arbitrariamente tutte le leggi contrarie a un simile procedimento — ciò significa in fatto esercitare un potere, a cui mai potrà assuefarsi un popolo, che non abbia perduto ogni senso di diritto, di giustizia e di umanità. Giammai l’Onnipotente ha deposto nelle mani di una creatura un potere simile, giacché lo scopo delle leggi divine non è se «on di esercitare giustizia e misericordia. Con ugual diritto il re potrebbe espellere dalla Spagna qualsiasi Ordine, anzi qualsiasi comunità civile mediante un simile atto arbitrario segreto, e conficcarne i beni. Ognuno sa molto bene, che la costituzione spasola, alla pari della nostra, ha tratto origine dalla gotica. Così Pure sappiamo, che il paore del re attuale fu preferito per la succisione al trono col patto, che provvedesse al bene della nazione 1 Ricei. • Espulsione 46. * Aranda al P. Isidro Ixipez. dat. Parigi 3 luglio 1775. in Razón y fe XXIX (1911'» 177 n. 1. L'allievo del gesuiti Fbbhah-NuShs scrive nella sna hi,Krraf¡a di Cario III (p. 20»»: «Toca á los soberanos y ñ sus Ministros de- ■ «lir si el respeto a. la religión y al trono se han aumentado ó disminuido 'tesde entonces. Yo sólo debo decir, en honor de la verdad, que me crié con eU°s, por orden y fi expensas del Bey. como se ha visto en la introducción. nue cuantas máximas me enseñaron se fundan en uno y otro, y en verter l“»r su defensa la última gota di mi sangre, si quiero vivir y morir con honor * gozar de gloria en este mundo y en el otro, sin que jamás les haya oído *ada q0e directa ó indirectametne lo contradiga ». Pastor, Storia dei Papi, XVI, 1. 53