Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo VII. che nulla avevano da temere.1 Ad una domanda del nunzio jx : -tificio egli rispose che non vedeva che in Napoli ci fossero i motivi i quali avevano indotto gli altri Stati a proscrivere l’O dine.2 Come lasciano capire le lettere apologetiche di Tanue» Losada e Galiani, anche in circoli molto elevati si era del par. che il ministro con le sue assicurazioni avesse di gran lun. i superato i limiti che possono essere leciti per velare la verit; Calmatasi alquanto l’agitazione, Ferdinando IV con deen > del 31 ottobre 1767 dispose l’espulsione di tutti i gesuiti avevano gli ordini superiori e incaricò il capitano generale delia flotta, principe di Campofiorito, dell’esecuzione di questo decr. ' Contemporaneamente egli ordinava ai superiori provinciali locali di obbligare i loro subordinati a sottomettersi senza ripetenza all’ordinanza regia. * In un altro editto del 3 noveml il monarca, nell’interesse della sicurezza e della felicità dei si:.'»: sudditi, ordinava la proscrizione perpetua di tutti quei chier < . fratelli laici e novizi dell’Ordine dei gesuiti, che non voleva rinunziare alla loro carriera. A tutti i proscritti anche se us sero dall’Ordine o entrassero in un altro, viene proibito di ritornare nella loro patria, caso contrario sarebbero trattati rei di : tradimento. Tutti i beni mobili ed immobili degli espulsi vennero confiscati per venir sfruttati a pubblico interesse. Soltanto : gesuiti con gli ordini superiori venne assegnata una pensione annua di 72 ducati, che poteva però venir subito cassata qualora 1 • «... che il Marchese Tamicci spedito avea il suo medico, persona fidente al 1*. de Mattitela, ch'era ben visto al medesimo Marchese, asslcnr:n-dolo, che quelle navi tutt’altro destino avevano, che quello della espulsione (M gesuiti; anzi di più aveva il medesimo Marchese scritto un biglietto al P- ,1’’ Micco stato suo confessore, affermando lo stesso: da qual sicura notizia, '• zialmente del biglietto, che a parere anche di Ministri politici, veniva a tosti"” il dubbio prudente, servi a rassodare gli animi dei Superiori, che entra™1 ' malvolentieri nel dubbio» (Hlstorla dell'espulsione dei PP. della Compagni' • Geaft dalla Sicilia p. 31. Archi vio dei gesuiti. Slcil. 180). IUcci ni« conta nel suo * Piarlo gli stessi avvenimenti e osserva: «Su la parola di 1,0 primo Ministro cosi espressa, si fidarono troppo i poveri Religiosi, che sapevano che oggidì non si vogliono restrizioni mentali, ma non si ha di iti < di dire menzogne aperte » OEspulsione n. 84). * • « Il Nunzio fu a viso a|>erto domandandomi, se si caccerebbono, si sospettava. Il Gesuiti. Oiricai un poco la mano sulle ragioni di non **oTe^ credere quello, che per altro io non sapeva, dicendogli, che da Portogallo e Spagna il delitto di lesa ma est A aveva cacciati li Gesuiti, da Francia U l*®r menti, tre cagioni, che io qui non vedeva. Il Santutizio mi ha scoperto che Nunzio parti da me dubbioso. Ventapane. gran Gesultak». pur voleva sapere. S ■ dissi lo stesso: mi si dice, che stan tranquilli li Gesuiti ». Tanucci a Carlo il 2T7 ottobre 17(57. Archivio di Siinancas. JCxtado 6100. * • A I/.sada il 19 gennaio 1768. a Galiani li 30 gennaio 1767. ivi 4 «Ordine del Re», presso GvaROIo.ve, L'expulxùmr dei Gesuiti ~ì. p. 84 ss.