174 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo IV. grazia. La grazia, secondo lui, consiste in una dolcezza soprannaturale; se questa attrae la volontà con tal forza da superare le opposte lusinghe del peccato, allora essa è grazia efficace, nel caso contrario soltanto grazia sufficiente.1 Naturalmente questo tentativo di soluzione aveva dei punti di contatto col giansenismo. Ize de Saléon, vescovo di Rodez, e dal 1746 arcivescovo di Vienna, premeva perciò sul Papa perché intervenisse contro tale libro; l’arcivescovo Languet di Senz rinnovò questa preghiera,2 osservando che i giansenisti sfruttavano il silenzio del Papa come un’approvazione della dottrina giansenista. Nemmeno gli arcivescovi Tencin di Lione e La Rochefoucauld di Bourges erano favorevoli al libro di Berti ;8 l’assemblea del clero francese si astenne dalla condanna soltanto perchè la causa pendeva già a Roma.4 Benedetto XIV procedette anche questa volta con l’usata moderazione. Egli voleva formarsi nella cosa un giudizio proprio 5 e diede tempo al Berti di difendersi poiché, egli scrisse, anche nei casi ove si tratta soltanto di un libro e non anche dell’autore, era una cosa delicata di non ascoltarlo. " Finalmente egli rispose all’arcivescovo di Vienna 7 che nell’opera del Berti non si era trovato nulla che fosse contro le decisioni della Chiesa. Una condanna affrettata, egli aggiunge di fronte al Languet,8 rischierebbe di metter fuoco ai quattro cantoni della terra. Non esser giusto di condannare tutto ciò che viene abusivamente sfruttato dai settari e specialmente dai giansenisti ; alcune dure espressioni nel Berti e nel suo confratello Bellelli, i libri del quale erano stati pure oggetto d’attacco, erano sufficiente-mente spiegati con altri passi.9 Dopo che da entrambe le parti s’erano scambiate intorno al conflitto delle pubblicazioni,10 Berti 1 Cfr. per esempio. Uiik. I’esoh. l'raelectione» dogm. Vs. Friburgo 1908. prop. 21, p. 156. 2 Cfr. Benedetto XIV a Tenein il 5 maggio 1745, Heeckeren I 197; a Sa-léon il 22 gennaio 1748* e 30 dicembre 1750. Bexeduttt XIV Acta II 33, 74; a Languet 11 17 luglio 1750 e 12 maggio 1751, ivi 397-412. Le lettere di accusa di Languet (non di Saléon. come scrive Beusoh II 888) in Fuecbt I.XXX 007-087. » Heeckeren I 281-313. * Ivi 310. » A Tencin il 6 ottobre 1745. ivi 210. « 10 novembre 1740, ivi 281. Cfr. la lettera a Tencin del 10 giugno 1749. iu filiales CNXXII (1912) 342 s. (manca in Heeckwr). t II 30 dicembre 1750, Bonancn XIV Acta II 74. 8 Al 15 luglio 1750. Ivi 397. » 12 maggio 1751, ivi 412. Nell'edizione della «teologia» di Berti. Bassano 1770. questi scritti (Haianixmux rediri ru* e lamenhmu* rediiinin di Saléóu e inoltre la pastorale di Languet) riempiono il V tino al VII volume. Cfr. Hikter, .Vometulator iva (1910) 1371. V» (1911) 1 ss. : Beusch, II 837 s. a Le XouveUes ecclésiastiques » dedicano nel 175H alla questione del Berti un supplemento di 22 pagine. Dvuo.v in Recherches de Science rei. IX 247.