Per lo sviluppo del senso storico nella gioventù studiosa, specie dei futuri ecclesiastici, fu importante il fatto che il Papa fondò al Collegio romano speciali cattedre d’insegnamento per la storia ecclesiastica e la liturgia e ne assicurò l’esistenza aJnche per l’avvenire. 1 Con grande energia cercò Benedetto XIV di arrestare la decadenza dell’università romana, le cui condizioni egli aveva conosciuto da vicino già sotto (Clemente XI, come suo rettore.2 Egli dimostrò il suo interessamento per l’istituto fino dal suo primo anno di pontificato, celebrando l’ufficio solenne nella chiesa dell’università il 16 maggio 1741, giorno della festa di sant’Ivo, suo patrono, e assistendo ad un discorso nel grande salone. Una prima misura di riforma seguì nel 1744 con l’ampliare i privilegi degli avvocati concistoriali circa il rettorato dell’università. Limitò i concorsi per l’occupazione delle cattedre, riservandosi la nomina di dotti meritevoli.3 Benedetto XIV s’interessava particolarmente anche di botanica; nominò un secondo professore per questa materia, fece restaurare e allargare l’orto botanico caduto in deperimento e si rese conto personalmente delle condizioni in cui si trovava visitandolo egli stesso. * Nella riforma dell’università, la quale incontrò grandi difficoltà, il Papa seguì le ¡proposte del rettore Argenvilliers, da lui assai stimato, dei giuristi Filippo Pirelli e Niccolò de’ Vecchi. Le innovazioni principali furono fissate in un autografo pontificio del 14 ottobre 1748; esse consistevano nel regolamento ed aumento delle lezioni, nella norma che ogni professore dovesse rimanere nella materia per la quale era stato nominato, nel rinnovamento dell’ordinanza di Leone X che i professori dovessero dedicarsi esclusivamente al loro insegnamento e tenere le lezioni puntualmente e nell’istituzione di un fondo speciale a disposizione del rettore per l’orto botanico e per ricerche anatomiche e fisiche. La riforma causò molto malcontento; specialmente i professori si lagnavano che si fossero aumentate le lezioni, ma non gli stipendi. Ad un’altra deficienza della riforma, al mancato stimolo degli studenti, si cercò di rimediare colla creazione di promozioni ad honorem per coloro che per tre anni intieri avessero assolto con successo il loro studio.8 1 A et a Benedicti XIV. I 527 s. 2 Renazzi IV IH. 3 Ivi 200 s. d., 207 s.. 430 ss. * Renassi IV 230 ss. s Ivi 212 ss.. 214 ss.. 453 ss. Sulla riforma di Leone X vedi la presente opera, volume IV, 1. « Kknazzi IV 218 s„ 224.