992 Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo VII. mondana non facciano apparire ad alcuni cardinali più consigliabile di essere, nel giorno fissato, ammalati.1 Grande impressione cagionò la proposta di abolizione presso il popolo di Romiai- e grande costernazione si sparse naturaiment fra i membri dell’Ordine.3 Onde dimostrare di non essere indifferenti in quest’affare, nel quale era in gioco l’esistenza dell’Ordine, Ricci convocò i suoi assistenti ad una riunione straordinaria. Molte proposte vennero discusse. Il maggior successo si ripromettevano da una supplica agli altri monarchi cattolici per la loro intercessione. Siccome in quest’affare erano in gioco anchi interessi importanti della chiesa universale, il generale dell’Ordin« aveva intenzione, prima di decidere definitivamente, di sentire il consiglio del Papa. Questi gli fece però dire di non venire all’udienza, poiché la sua comparsa in palazzo sarebbe falsamente interpretata e il Papa poteva bene immaginarsi quello che desidererebbe di dirgli. Lo sconsigliava anche a rivolgersi agli altri principi, giacché questi erano sicuramente informati e nessun" di loro interverrebbe apertamente per la Compagnia di Gesù. Più grave fu il colpo per il vecchio e travagliato Clemente XIII. « S. Santità, così egli fece scrivere ai nunzi presso le corti borboniche, non può spiegarsi come queste corti abbiano potuto trovare il triste coraggio di aggiungere ancora questo dolore a tutte le sofferenze che già rattristano la Chiesa, senza altro scopo che martoriare sempre più la coscienza e l’afflittissimo cuore di S. Santità. La posterità imparziale darà su ciò il suo giudizio. Essa deciderà se tali azioni posson venir considerate come nuove prove dell’amore filiale che i sovrani vantano di nutrire per S. Santità e come pegni dell’attaccamento che essi dicono di > *A Orsini il SI gennaio 17tì9. Archivio di Simancas, Estado 0007 : • a A zara il 31 gennaio 1T»M». ivi. » Aubeterre a Choiseul il 25 granaio 17«), ivi Thei.ver. IlMoire I 144. » * « fc facile imagitmre la costernazione de' Gesuiti, sostenuta però dalla sicurezza di loro innocenza, dalla fiducia nella giustizia dei Papa e sopra tutto nell'assistenza divina. Onde proseguirono 1 loro ministeri nella consueta forma, e por divina misericordia no« nacque turbazione alcuna, anzi universalmente si viddero anco i giovani sempre più ferini nella vocazione». Hieci, Espulsione dalla Spagna 74. * * « Il Generale consultò che così» dovesse farsi, determinato però a non far passo senza 11 consenso di S. Si». Conveniva in primo luogo presentarsi a S. Si* si per rispetto e si per non mostrarsi indifferente in affare di tanto rilievo per la sua Religione. Si pensò poi di fare ricorso ad altri principile scrisse al Cardinale Segretario di stato, che, avendo sentito il Papa, rispose che tv S>* lo dispensava! di andare da Lui, perchè la comparsa a Palazzo si sarebbe malignata; e poi S. s'imaginava ciò che poteva dirgli. Dissuase ■eneo il fare i>arte co’ principi che doveano credersi prevenuti e tra' quali non vi sarebbe stato chi prendesse scoperto impegno ». Ricci, loc. cit.