Voltaire e Rousseau. 275 nechi l’esistenza di Dio, perchè l’idea di Dio è necessaria per tenere in freno le masse; ma per tutto il resto egli cerca coll’ironia e col sarcasmo di gettare sul cristianesimo il ridicolo. Alla costruzione di una nuova concezione del mondo è dedicata l’atti-vitii di Rousseau; la sua Professioni de foi du vicaire savoyard ne traccia le linee fondamentali, il suo Contratto sociale vuole fornire la motivazione dell’ordine soc\ale senza Dio, e il suo Emilio tratta dell’educazione della gioventù su base puramente naturale. Per comprendere il plauso che trovarono ben presto le nuove de>. converrà risalire alla totale negazione dell’autorità religiosa nel protestantesimo e alla sua negazione pratica nel giansenismo. Come il principio del libero esame conducesse fra i discepoli di Lutero e di Calvino a dispute interminabili e alla scissione in se!te innumerevoli, tanto che vasti circoli disperarono sempre più dell’esisteiiza di una verità religiosa, così anche la lotta dei gian--en 'ti contro le decisioni papali e il loro eterno sofisticare sulla interpretazione di esse mise per molti in forse ogni verità. Le continue malignità e beghe dei giansenisti contro i loro avversari, •pevic i gesuiti, fecero venire a nausea ogni controversia reli-trios;., € di tal nausea si fa portavoce il Voltaire, quando esprime il desiderio di vedere buttati in mare tutti i gesuiti, ciascuno con un giansenista al collo o che l’ultimo gesuita venisse strangolato olle budella dell’ultimo giansenista.1 Il terreno era preparato Per una corrente che volesse lasciar da parte ogni disputa e accontentarsi delle semplici verità di una religione naturale. Più anfora influì in tale senso l’immoralità della Francia di Luigi XV; ‘i era scosso di dosso il giogo della legge morale cristiana e ora ■*i cercava una giustificazione di ciò che in via di fatto già si praticava. Era nata inoltre la diffidenza contro l’antico e il tradizionale. Il risveglio delle scienze naturali aveva scossa la vecchia S‘0*ofia naturale; la deduzione che tutta la filosofia finora dominante vacillasse era ingiustificata, ma spiegabile, tanto più che ^eartes, Locke, Condillac offrivano un surrogato. Sul terreno ''orico la critica storica aveva dimostrato leggende cose che finora erano considerate con venerazione, e quindi trovò alimento il •Jbbio che anche i fondamenti storici del cristianesimo non resi-' erebbero ad un’attenta critica. L’Indice romano si è occupato poco di questo nuovo indirizzo. deismo inglese della prima metà del secolo xviii, padre e pressore dell'enciclopedismo francese, riguardava i protestanti in- * ***• e particolari proibizioni dell’indice non avrebbero fatto che damare l’attenzione su di esso e la maggior parte di quelle A Elvezio l'il maggio 1701, in Jemolo, xxx.