412 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo Vili. a Federico il titolo di re di Prussia. Il Papa era infatti l’unico che lo chiamasseancora il « margravio di Brandemburgo ». Di ciò Federico si era spesso offeso. Quando venne data alle ¡stampe l’allocuzione pontificia in occasione dell’ultima nomina imperiale, in cui si parlava del « Marchio Brandenburgensis » Federico incaricò il suo ambasciatore presso la corte imperiale di esprimere al nunzio la sua sorpresa. L’ambasciatore Klinggràffen rispose il 28 luglio 1742 che il nunzio, ® tale comunicazione, aveva reagito con parole evasive senza dare una risposta diretta.1 Perciò Federico incaricò anche il suo rappresentante presso la dieta di Francoforte di fare a quel nunzio rimostranze per il rifiuto del titolo di re da parte del Papa, aggiungendo la minaccia che « tali scortesie non facevano che inasprire senza giovare alla cosa e potevano facilmente riuscir care alla corte romana ». Di fronte ad ulteriori interventi dell’ambascia-tore prussiano presso la corte imperiale, il nunzio seppe cavarsi con abilità dalla delicata situazione dichiarando che il Papa si era soltanto attenuto alla usata etichetta; i sovrani della Prussia dopo lo scisma non si erano più curati della Santa Sede e non gli avevano nemmeno partecipato l’accettazione del titolo di re, cosicché il Papa, appoggiandosi sul cerimoniale, non poteva dargli che il titolo in uso prima dello scisma; siccome però Federico II ci teneva in tal modo a venire onorato anche dal Papa col titolo di re, Benedetto XIV desiderava ansiosamente di comporre la faccenda in modo soddisfacente.18 II Papa però non seppe decidersi del tutto ad un formale riconoscimento. Per evitare però il titolo urtante di « margravio di Brandemburgo », nella corrispondenza con Sinzendorf egli si servì dell’espressione « signore » o « sovrano » di Prussia e Slesia.a La situazione si cambiò alquanto solo nell’anno 174& Nel Breve del 5 marzo col quale Schatf* gotsch era stato nominato vescovo di Breslavia, Benedetto parlava della « reale persona » di Federico II e invitava il nuovo vescovo a far recitare per il sovrano quelle preghiere che la Chiesa prevede per i re. Bastiani non mancò di richiamare l’attenzione di Federico su questa circostanza e questi trovò la lettera del Papa ammirabile.4 Benedetto fece ancora un passo più avanti. egli partecipò al Bastiani che nella sua lettera a Schaffgotsch e nunzio polacco, senza urtare, aveva nominato Federico « grande monarca » e perfino « re » ;8 e che egli deplorava che l’attegg|a' mento dei Papi antecedenti gl’imponesse delle limitazioni, le quali > Ivi II n. 157. lts». « Ivi n. 170. 17«. 194. » Molti documenti in Thfjnek. « Thkjnkr II Dnrum. n. 73; ICHMAlUf III n. 154. 182. » Ivi n. 196.