112 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo ITI. anzi con tranquilla soddisfazione chi lo informava di tali discorsi. 1 Quasi come ai tempi del Rinascimento regnava allora in Rom:* un tono allegro e libero, una libertà incredibile, come si espresse il Winckelmann.2 Se accanto ai disegni nudamente realistici del Ghezzi si sfogliano i volumi della gazzetta romana d’allora il Cracas, la quale registra con esattezza tutti gli avvenimenti, anzitutto le funzioni ecclesiastiche, poi le dispute accademiche, le luminarie e i fuochi d’artificio nei giorni festivi, i nuovi lavori teatrali e le nuove opere d’arte, compresa la musica sacra negli oratori, si ottiene un quadro oltremodo vivo e vero della vita quotidiana della Roma d’allora. Nel costume la moda francese aveva cacciato indietro quella spagnuola che prima dominava,3 tuttavia l’influsso della penisola iberica era pur sempre notevole, come si vede dalle corride che si davano nel mausoleo d’Augusto.4 Il teatro, sul quale si muoveva questo mondo caratteristico e per i numerosi forestieri internazionalmente multicolore, è riprodotto dai dieci volumi delle incisioni in rame di Giuseppe Vasi, le quali comparvero dal 1747 al 1761, con una spiegazione storica di Giuseppe Bianchini. Il Vasi descrive la Roma di allora in 250 incisioni in foglio piccolo, cioè le porte, le piazze, le basiliche, le vie, i più celebri palazzi, i ponti, le chiese parrocchiali, i conventi, le scuole, le ville e i giardini. Senza penetrare in profondità, egli riproduce fedelmente l’esterno degli edifici e delle località, ma stanca per la sua maniera uniforme e fredda. 5 Valore artistico infinitamente più alto hanno le incisioni in rame del suo scolaro Giovan Battista Piranesi, il quale dimorò a Roma dal 1740 al 1743 e vi si stabilì definitivamente nel 1745. Nessuno come questo veneziano ha saputo dare nelle arti figurative una eco più potente alla grandiosità che è la nota caratteristica di Roma antica e di Roma moderna. Le sue incisioni ad acqua forte comparse per lo più in folio grandissimo e perfette per l’esecuzione tecnica, illustrano in una maniera veramente geniale l’imponente grandezza e gl’irresisti- i CARACCIOLO. 158. - JirSTt II 1, 11 e Otto Harnack, Deutsches Kunst'cbcn in Rom im Zeitalter der Klassik. Weimar 1SOO, xiv. Dato il carattere gioviale dei romani, anche i pellegrinaggi alla chiesa del Divino Amore presso Castel di I>eva sulla via Ardeatina. costruita nel 1744 (vedi G. Zamboni. Int. del santuario del D. A.., Koma 1872: Pezzani. La Madonna del D. .1.. Roma 11)08 : Tomassetti lì 430 ss.), assunsero la forma di feste popolari che si celebrano anche oggi. 3 Navenne li 55. * Bertolotti. La giostra dei tori nel mausoleo d‘Augusto 1755, in Rassegna Scttini. III, Roma 1S70, n. 7S. s Gius. Vasi. Delle magnificenze di Roma antica e moderna con una spiegazione istorica del /*. Gius. Bianchini, Roma 1747-1761, voli. 10.