Risposte dei monarchi borbonici. 949 di attaccamento esse contenevano un’aspra critica della condotta del Papa e una netta professione dei principi regalisti, allora di moda. In Versailles si osservava che il Breve, sotto umili parole, nascondeva i principi di Gregorio VII.1 A difesa del giovane principe, Luigi XV osservava che, benché il potere civile, che questo principe, come tutti gli altri, aveva unicamente da Dio, gli desse il diritto di togliere di propria autorità gli abusi che regnavano nel suo paese, tuttavia egli, per figliale devozione verso la Santa Sede, non aveva voluto prendere alcuna disposizione senza il concorso dell’autorità papale. « Appena quando i suoi sforzi si spezzarono contro l’irremovibile resistenza di V. Santità e non gli rimase altra speranza, egli fece uso dei suoi poteri, tuttavia con una moderazione e una giustizia che gli avrebbero meritato piuttosto le lodi di V. Santità. Se mi aveste informato prima della pubblicazione del Breve intorno all’oggetto delle vostre accuse, io d’accordo con altri principi della mia casa vi avrei esposto quelle ragioni che vi avrebbero trattenuto da un passo così disdicevole e violento, tanto più verso un monarca che meritava in ogni riguardo un trattamento più indulgente e che in questo caso, nell’interesse dei suoi Stati, aveva attuato soltanto una piccola parte di ciò che altri avrebbero da lungo tempo fatto prima di lui. Non sarebbe nè giusto nè ragionevole considerare ingiustificato a Parma quello che altrove è approvato. Ho sempre avuto una troppo alta opinione della vostra intelligenza e virtù, per non essere persuaso che non fu mai vostra intenzione di attaccare l’indipendenza del potere civile, sul quale la Chiesa non ha autorità nè diretta nè indiretta. Non dipende che da Vostra Santità di allontanare i mali che vi cagionano dolore e inquietudine e procurarvi la quiete che ardentissimamente desiderate ». * Carlo III rilevava nella sua lettera che i torbidi attuali derivavano da ciò che il Papa, sotto l’influsso di cattivi consiglieri, aveva abusato delle armi della Chiesa contro un giovane principe, il quale con le sue disposizioni non aveva oltrepassato i limiti del potere concessogli da Dio, nè offesa la vera immunità nè in genere fatto altro che ciò che i principi cattolici avevano già fatto prima di lui. L’iniquo procedimento contro di lui, fondato più che altro su calcoli politici, rappresenta un’offesa di tutti i monarchi cattolici. Le concessioni di sovrani antecedenti non danno al capo supremo della Chiesa diritti immutabili, tanto più » * Aubeterre nd Azporn (3 agosto 17*58), Archivio d e il ’ A m b a-sciata di Spagna a Roma, KfffUlro do la Correxp. t,fidai 107 (1768). a • Luigi XV a Clemente XIII U 3» agosto 1768, Archivio di Stato di Napoli, Carle Fametianc 1501.