Anche a Parma si pensa all'espulsione elei gesuiti. 915 vano verso di loro. I gesuiti stessi attendono oramai tale destino. Perciò egli terrà pronte le armi e scriverà a Grimaldi.1 Il 16 maggio 1767 il sedicenne duca si rivolse in una lettera, evidentemente dettata, a Carlo III per invocare il suo consenso al colpo progettato contro l’Ordine. Egli scrive che nonostante lai sua età giovanile aveva intravisto la condotta e i principi dei gesuiti. Considerare egli come un obbligo d’onore di eguire per tutta la vita il luminoso esempio delle due case della ua famiglia. Siccome questi religiosi erano stati trovati colpevoli in Francia e ancora più in Spagna, così egli credeva di non poter più aspettare che l’occasione li rendesse colpevoli anche in Parma. Conservarli nei suoi Stati sarebbe stato per lui un’onta e una vergogna. Allontanandoli si farebbe posto a istituzioni che allo Stato riuscirebbero di vantaggio e al principe di onore. Subito dopo ricevuta la notizia dei provvedimenti spagnuoli, egli aveva considerato suo dovere di dare al re di Spagna, suo zio, una prova di amore e di devozione. L'esecuzione in Parma sarà facile. Intorno alle relative misure Du Tillot informerà il ministro Grimaldi, ma prima di tutto egli aveva bisogno dell’approvazione e del consenso del re.2 Il giorno dopo Du Tillot comunicò al ministro degli esteri spa-gnuolo che Choiseul gli aveva fatto chiedere se Parma non pensasse a prendere una decisione circa i gesuiti. Quello che Choiseul gli aveva comunicato intorno agli attentati in Madrid lo aveva riempito di orrore e di sdegno. * Alla notizia dell’espulsione della Compagnia di Gesù dalla Spagna l’infante aveva detto che bisognava pensare a fare lo stesso nel suo ducato. Siccome però non conveniva intraprendere un tal passo senza l’approvazione del reale zio, il duca lo aveva incaricato di comunicare al ministro spagnuolo che egli persisteva nella sua decisione dalla cui esecuzione lo trattenera ancora solo la circostanza di volere aspettare il consenso del re, che sperava di ottenere dalla sua bontà. Le stesse ragioni che in Francia e soprattutto in Spagna esistevano anche nel suo paese. Dopo la crisi con Roma, i gesuiti oralmente e in scritto avevano avuto delle espressioni fanatiche contro il governo e di ciò egli aveva notizia sicura, anche se non teneva in mano le prove. Inoltre tutti attendevano che Parma seguisse l’esempio della Spagna. Nello Stato dimorano circa 170 gesuiti dei quali solo dieci sudditi del paese. Due vie erano possibili per l’espulsione: o si potevano informare i reli- « • r>n Tillot ad Aura il 1» aprile e 2 ma«;io 17«7. Archivio d e 1-1’Ambasciata di S p a e n a a Roma. Kxped. 17U7. * »Archivio di Simanea*. Entadn 5055; Rochskai: I 24«s. » • Du Tillot a Grimaldi il 17 maggio ]7<>7. Archivio di Slmanca», f.ttadn 5055. •