70 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo II. la neutralità pontificia, l’inerme Stato della Chiesa dal febbraio 1742 s’era dovuto aprire per il passaggio di entrambe le parti. In particolare Benedetto XIV era addolorato perchè sopratutto era la sua cara patria bolognese che doveva soffrire da parte degli spagnuoli, austriaci e sardi. Quando se ne lagnava, tanto gli austriaci che gli spagnuoli lo accusavano di parzialità, come se, così scriveva egli al cardinale Tencin, non fossero tutti due in colpa di abusare della pazienza di un Papa inerme.1 A Vienna si era sperato nella primavera del 1741 che per difendersi dal predominio borbonico si formerebbe una federazione italiana sotto la presidenza e la direzione del Papa. Ma in Benedetto XIV era chiara la coscienza che, come padre generale della cristianità, non doveva assumere un tale atteggiamento ; egli considerò anche che l’inerme stato ecclesiastico aveva soprattutto da temere gli attacchi delle truppe napoletane e spagnuole. A ragione quindi rifiutò di partecipare attivamente alla guerra.2 II ri-sentimento perciò in Vienna venne ancora accresciuto quando venne riconosciuta la nomina di Carlo VII ad imperatore. Non soltanto di ciò si lagnava Maria Teresa, ma anche che si favorissero gli alleati di Carlo VII, i francesi e gli spagnuoli. Le sue relazioni col Papa divennero così tese, che essa lo accusò di ostilità contro di sè e la sua casa.3 dell’Ambasciata d’Austria presso il Vaticano. Ofr. * Modo che ritenne [il I’apal nella solenne processione fatta gli 12 aprile 1742. nel Cod. Yat. 8545 p. 37ss.. Biblioteca Vaticana. i Heeckkrf.n I 6 (7. 12) : lettere di Garampi da Binimi del febbraio 1742 sui malanni della guerra nel Spini. Yat. 554 ss., e * relazioni di Albani a Sinzendorf del IO. 24 e 31 marzo, a TTlilfeld del 28 aprile 1742. Archivio dell’Ambasciata d’Austria presso' il Vaticano. Sulle forti lagnanze di Benedetto XIV (piando seppe della devastazione del suo giardino e del saccheggia mento del palazzo della sua famiglia da parte degli spa gnuoli penetrati nel bolognese, vedi la * lettera di Ruele a t’hlfeld del 26 maggio 1742. Archivio di Stato di Vienna; egli mostrò chiaramente all’Acqua viva il suo dispiacere ; vedi la * lettera di costui del 9 giugno 1742. ivi. - Così giudicano anche Arneth (Maria Th eresìa IX 2 [cfr. II 15 496]) e Matscheg (133. 199. 356). Benedetto XIV scriveva al cardinale Tencin il 3 agosto 1743: «la spada non sta bene in mano a chi benché indegnamente è vicario di Gesù Cristo». Misceli. XV 154. 3 Arneth IX 2 s. In un * breve, per quanto mi consta non ancora stampato del 9 marzo 1742, Benedetto XIV espose a Maria Teresa che egli non ostante il buon valore « fatali quadam necessitate » non poteva concedere tutto. « Non ea sunt tempora, quando e sacrorum canonum legibus pontifici maximo iudicandum erat de legitima Caesaris electione. Tune enira insidebat in Germanorum principimi mente, non alibi quam apud summum saeerdotem de tanta re iudicium residere posse... Postmodum suae falso tiraentes auctoritati nihil magia studue-runt, ac ab husiusmodi negotio divertere pontificem maximum eosque ipsi agendi in hac re fines designare, ut contirmet ratamque habeat imperatori«