La Bolla sui riti malabariei. 345 vo!-f ancora una volta al Papa; egli scrive che si è pubblicato :l decreto di Tournon con tre eccezioni: per l’uso della saliva e del 'Mie e per il soffio nel battesimo, per l’accesso delle donne ui amenti in certe circostanze e per l’entrata nelle case dei paria; l’osservanza di queste cose significherebbe la rovina della missione.1 Benedetto XIV sui conflitti malabariei s’era tenuto sempre al corr nte. Già come consultore dell’inquisizione, sotto Clemente XI, ave. a elaborato uno sguardo riassuntivo sul corso della questione « a ••va trattato in argomento coll’inviato dei gesuiti indo-meri-dioi ili Brandolini. • Come Papa decise la cosa per sempre, con un. -olenne Bolla.3 Questa volta procedette contro i gesuiti con molta maggior mit< za che due anni prima nella condanna dei riti cinesi. Con,»- egli scrive al cardinale Tencin, * tenne sul suo scrittoio la Bolla per tredici mesi ; Dio sapeva quanta fatica gli era costato per i re le cose in modo da non offendere e tuttavia non venir m(': al suo apostolico ministero. Egli s’era accordato in tutto coi ti e s’era sforzato a convincerli della moderazione e della equità della decisione. Per ciò, almeno in pubblico, essi non si erano nemmeno potuti lagnare, anzi il loro generale gli aveva ’ ' 'a la sua gratitudine. Se fra di loro mormoravano, così scriveva egli a Peggi, •1 ell’era questa una ben impudente pretesa di «edere che i pa»pi trasformino la cattedra di verità in una vira d’infingimento, solo per non dispiacere ai gesuiti. I-a Bolla contro gli usi malabariei tratta anzitutto delle tre preghière presentate dai missionari. In primo luogo si erano ti che li si obbligasse all’obbedienza con giuramenti e scomuniche; esser questo un peso opprimente e insopportabile che fa *°r‘ soffrire le più gravi ambascie di coscienza; bisogna sempre «mere di perdere la propria salute, sicché non c’è quasi più ■ di pensare a quella degli altri. * Ora il Papa non accoglie * * lineo enim observata ruiiinreut missionem ». Ivi n. 55. Qui de nostro acewli more inodorile se nobis valde devinctuin ostemllt » 1 "i-rto Xiv ni vescovo di Colmbra II 21! giugno 1748. Aria II 892). Sotto ■’•uni XIII egli si diede premura |nTcliè «omnia pontitlciae tderantlae et " t®1!"’ officia (ai gesuiti) reipsa ìmpertirentur » (ivi). ' "innium nolìiri t lidi mi in ». del 12 settembre 1744. hi*. ponti/. III 186 a», tl Ift dicembre 1744. Hekckekkx I 107. U 17 ottobre 1744. KlAl's 20. ('tr. h’mymrntum citar Ih in dirti XIV, 4nw *"*' *n,*“i,razzl devono essere sorti piuttosto jkt un'eccessiva a|ipllcazlone ■’•nsnre elle per esse stesse. l"n esempio, in vero non dall'ìndia, ina dalla * ‘ -u denunzia del vescovo di Pechino era stato aperto a diuuig nello ^ '-''in* un processo contro settari 1 quali si erano pro|>agatl largamente ■■nan e Kiangnan e cercavano di mascherare dei progetti rivoluzionari lr‘ presunto cristianesimo, I/istruttoria gettò però una luce equivoca anche