Sorpresa alla Corte di Vienna. 829 ■Ipevoli, se ve ne ,sono, perchè così rimane una certa oscurità, che provocherà obbiezioni, sebbene egli le abbia severamente proibite ».1 A Vienna la sorpresa non fu piccola.2 La Corte già durante I’;richiesta segreta aveva fatto domandare per mezzo del gesuita I iasganig confidenzialmente al Generale dell’Ordine, quali mai fossero propriamente le gravi colpe che avevano causato un simile inaudito procedimento. Il Generale potè solo assicurarle, che nessuna colpa particolarmente grave di un gesuita spagnuolo era rvenuta al suo orecchio. Salvo l’esilio del Calatayud e del Lopez, hi proibizione delle missioni in Biscaglia e la diffusione di scritti pologetici senza il permesso delle autorità, nè a lui nè alla Curii ontificia era stato finora riferito nulla di aggravante. Le LL. MM. udicassero, se queste cose fossero tali da richiedere la più se-ena espiazione. * Le espressioni indeterminate della Prammatica unzione e le dichiarazioni dell’ambasciatore spagnuolo avevano otuto altrettanto poco convincere l’imperatrice della giustizia e utilità del procedimento. * 1 • Lettera del 27 aprile 1707. Archivio privato ducale di l’arma, Francia. Perfino nelle file dei liberi pensatori francesi le misure •*l governo spaglinolo incontrarono una critica severa. Il D’Alembert acri-eva 11 4 muggii* 1767 al Voltaire: «Ne pense »-vous pas qu'on devait |ier-.cttre aux Jésuite!* de se justifier, surtout quand on doit, être sûr qu'ils ne le peuvent pas? Ne pensez-vous point encore, qu'il serait très-injuste de les 'aire tous mourir de faim, si un seul fri*re coupe-chou s’avise d’écrire bien "U mal en leur faveur, » (Caraïox XV xi.vit. * • Mahony a Grimaldi 11 30 aprile 17*57. Archivio generale centrale di Madrid. Uni adii 3518; •l'inviato del l'alatinato elettorale v. Hitler al ministro di stato Wachtenilonk il 16 maggio 1767. Archivio <11 Stato di Monaco, armadio nero 20/3. » • Iiicel al P. Liesganig il 10 gennaio 1707. Kpint. Ilen. levreiae. Archivio del gesuiti. 11 Ricci termina colle parole: «Demum quid nobls in Hispania quid alibi futurum slt. l>eus novit, tanta certe est adversariorum nwtrmum vioientia, fraudes tantae. ut nini nisl I>eo singuiarlter opitulante posslmus evadere, cutn optlmos etlam et potentiores in fraudem et errorem inilucant et a nobls averso« reddant. ('aeterum Del est potentia, Dei est regnnm, ipse est super omnes gente», Ipse dablt pii ceni In diebtis nostris, quia non est alius, qui pugnet prò nobis, nisi Deus noster » (Ivi). » • 26 Dee. (1707]. «Alla mezza dopo mezzo giorno, ricevo l'udienza dall'imperatrice... Io qui glieli (1 gesuiti 1 raccomandai In nome del Papa.... ed Ella : non poter inai rapire le ragioni che possau aver le altre corti, poter Iwrò ella dire di trovare ad esser di loro contenta : esser essi utili, e se anno come nomini anch'essl dei difetti, e quello di un |x> intriganti si- si lasciali fare, basta corregerli a tempo, ed han difetti che avrebbe ciascun d'altra Religione. Confessare d'esser Klla e la sua caga iter cosi dire come da essi educati, per ciò anco un po prevenuta, ma esser altresì vero di aver ne meno con ciò scoperto quel inale che loro si imputa. Non cnnglerft perciò d’esser loro favorevole fin che crederà continuare come fanno ora a meritarselo, nè si lascieri) trasportar dalla piena loro contrarla » (Diario del card. Visconti •Ywufat. di Germania 3ÎH fase. C. Archivio segreto pontificio)