Protesta pontificia por i diritti feudali su Parma e Piacenza. 025 .1 trono di Napoli, lo seguì in Parma suo fratello Don Filippo, i cui diritti a lungo contestati vennero definitivamente ricono-ciuti nel trattato di Aquisgrana, nel 1748.1 Contro questi accordi diplomatici i papi avevano sempre pro-estato. Quando si spense la linea maschile dei Farnese, la Santa Sede non mancò di far valere i suoi vecchi diritti sui ducati e contro gli articoli della pace di Aquisgrana essa interpose protesta. Dopo quel tempo ogni anno, alla vigilia della festa dei santi Pietro e Paolo, dopo i vespri solenni veniva preletta in S. Pietro una protesta onde prevenire ogni prescrizione dei diritti papali, e ciò senza che i reggenti se ne avessero a male. ■ Quando dopo la morte del duca Filippo (fine 1765) subentrò nella successione il quindicenne figlio Ferdinando, Clemente XIII aveva colto l’occasione per dare in un’allocuzione nuovo rilievo ai diritti feudali delVa Santa Sede su Parma e Piacenza, senza trovare contrad-zione d’alcuna parte.3 A queste questioni territoriali si aggiunsero nel corso del tempo ancora conflitti di natura politico-ecclesiastica inaspriti dalla irremovibilità del primo ministro Du Tillot, marchese di Felino. Minore importanza aveva accanto a lui il duca di Parma Ferdinando. Du Tillot aveva affidato il principe, rimasto presto orfano, ai due filosofi Condillac e Keralio, il cui insegnamento però si dimostrò poco adatto a dischiudere lo spirito del loro allievo.4 II giovane principe, a cui anche fisicamente la natura era stata matrigna, rimase tutta la vita incapace di reggersi da sè ed ebbe sempre bisogno di essere condotto da altri, prima dal Du Tillot e più tardi dalla sua consorte Maria Amalia, sesta figlia di Maria Teresa. È difficile attribuire al duca appena sedicenne la responsabilità della lotta contro la Santa Sede, della quale difficilmente comprendeva la portata.5 Nel suo sconfinato orgoglio * l’autocratico ministro non si arrestò nemmeno dinanzi ai diritti della Chiesa. Aiutato e incalzato da sacerdoti secolari e religiosi di tendenze riformlste,7 con una » Ofr. 11 volume XV ito cs. della presente opera. Per il passalo più lontano \edì la Bolla di demente XI del 27 luglio 1707. Utili. XXI 2i.