270 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo V. pubblicazioni deistiche e sconce erano già proibite dalle regole generali dell’indice e dalla coscienza dei singoli. Ciò spiega a sufficienza perchè tali scritti venissero in Roma proibiti esplicitamente solo in alcuni rarissimi casi. Un monito mediante una espressa proibizione avrebbe presumibilmente ottenuto poco anche contro gli scritti dei deisti francesi. In complesso a Roma ci si accontentò delle proibizioni dei governi civili, delle esortazioni dei vescovi e delle confutazioni di scrittori cattolici. Tuttavia la Congregazione romana dell’indice nel 1745 precedette nella condanna della Favola delle api di Mandeville 2 la proibizione della Sorbona del 1760 e nel 1753 seguì la proibizione delle opere di Voltaire.8 La Storia naturale dell’anima e i Pensieri filosofici di La Mettrie, tutte due una difesa del materialismo, vennero bruciate pubblicamente nel 1746 per ordine del Parlamento, e un Breve papale contro La Mettrie uscì appena nel 1770 sotto Clemente XIV.4 Lo Spirito delle leggi, di Montesquieu venne trattato in Roma con riguardo, giacché lo si mise bensì all’indice il 3 marzo 1762, ma senza fare il nome dell’autore. 5 Gli stessi motivi che spiegano il sorgere del deismo, nella massoneria avevano condotto dopo il 1717 ad una specie di organizzazione, nella quale si davano appuntamento i rappresentanti delle nuove correnti. * Clemente XII proibì la nuova associazione, ma essa tuttavia continuò a propagarsi. Benedetto XIV scrive il 25 marzo 1744 * che i massoni avevano fatto delle feste a Nime* e Montpellier e con ciò guadagnato degli adepti; taluni di Avignone che avevano partecipato alla festa dopo il loro ritorno progettavano di erigere anche colà una loggia e già prima avevano tentato di costituirla sotto il titolo « Società della Felicità ». n*3 l’arcivescovo l’aveva impedito; volesse Tencin fare delle rimostranze presso Luigi XV affinchè i massoni non venissero tollerati, come si combattevano anche in altri paesi. In Italia la m®"' soneria cercava di prender piede specialmente in Napoli. 1 IMcot III 61. «3. 11«. ISO. 141. 103. 177. 105, 208. 308, 350, 381. * Ivi Iti. I/originale inglese comparve nel 1714. » 1*1 cot III 234 s. « ni un. i2i. » ('. ('«instantix nel Diri. de thtoì. rnlh. X (192») 2387. Ivi 23*« tacchi contro 11 libro. —•»». « II. (i urline in The CathoUc Enri/clopedia IX. New York [10111-Bibliografia ivi e In Bektrasd van deh Schki.den. Ta> Franc-Macv",,r"' soH* le regime nulrichirn /72/-i7i>4. Ixivanio 1023. • Ctfr. la presente opera, voi. XV, pag. 722 ss. ' A Tencin. I 28. , jl,. o .ire». XapoUI. XXII 404ss.. 520ss.. XXI1I 240s.. 305s.: Merenda. ^ morie 103, Biblioteca Angelica di Roma; Kelu» in ìlonat*