Contenuto della « Exposición sumaria » contro i gesuiti. 801 dispotica nelle cose ecclesiastiche e civili.1 A Quito e nella Nuova Spagna profetizzarono e seminarono torbidi. Alle P'ilippine predicarono contro il governo, ed il loro provinciale durante l’occupa ione di Manilla ebbe intese illecite col generale inglese. Per omettere altre cose di poca importanza, sia ricordato alla fine, ch’essi volevano assoggettare una parte dell’America del nord ad una Potenza straniera, come risultò dai documenti trovati n»i l’arresto del gesuita, cui era stata affidata la condotta delle trattative. Da queste condizioni generali in Spagna e nelle sue colonie e dai pericoli minaccianti apparve del tutto evidente, che contro questa moltitudine di malanni non v’era assolutamente altro rimedio, che allontanare dal seno della nazione i nemifci crudeli della sua pace e della sua felicità. Il re avrebbe potuto bensì avviare un processo contro tanti colpevoli ed infliggere loro la pena meritata; ma la sua mitezza paterna ed insieme il riconoscimento, che il male era nei fondamenti di questa corpo-razione, indussero S. Maestà a procedere con misure amministrative contro i perturbatori della pace pubblica. Egli non volle punire le colpe dei singoli, ma difendersi contro l’attacco di que-st’Ordine, che era in procinto di desolare la monarchia. L’idea di una riforma dei gesuiti sarebbe non solo inutile, ma sommamente pericolosa. Che cosa, infatti, si poteva aspettare da una riforma, se questa corporazione incorreggibile, nonostante la sua espulsione dalla Francia e dal Portogallo, non solo non si umiliava nè emendava, ma si precipitava in misfatti ancora maggiori? La riforma incominciata in Portogallo su proposta del re ebbe per conseguenza l’enormità dell’attentato contro la sua persona. Quale ministro potrebbe consigliare al proprio sovrano di mettere in giuoco la sua vita preziosa durante la riforma? E quale monarca potrebbe abbandonare in questa epoca al furore dei gesuiti la sua sicurezza e quella del suo regno? Inoltre una riforma di questa corporazione totalmente corrotta riuscirebbe uguale alla sua distruzione. Coi gesuiti è impossibile e non necessario distinguere tra colpevoli ed innocenti. Non già che tutti i membri fossero stati iniziati nel segreto della congiura; al contrario, molti hanno agito in buona fede; ma precisamente questi sono i nemici più pericolosi della monarchia, perchè grazie alla loro semplicità si lasciano più facilmente abusare come strumenti dai loro superiori. Non sarebbe una stoltezza senza pari il lasciare ad un furioso il libero uso delle sue mani, perchè egli non ha alcuna conoscenza del suo delitto?* 1 * « Consejo extraordinario ». 31 dicembre 1766. Archivio <11 8 1 ni a n-(tracia u ■Influiti 68S. 2 II memoriale redatto dal Moñino e corretto dal Itoda fu inviato per K«me al Grimaldi, che lo rinvia II 19 novembre 170!» coll'annotazione: *«De- 1'wor, Storia dei papi. XVI, 1- 51