117 toposero la provincia, non sono di elezione locale, anche se scelti tra elementi indigeni. Essi sono rappresentanti della podestà esar-cale, da questa investiti e ad essa sottoposti. Forse in uno dei momenti più torbidi e difficili della storia dell’ esarcato, si manifestò più decisa la necessità di stringere i legami tra i superstiti territori ancora dipendenti dall’autorità ravennate ; forse allora, in difetto di un sincero concorso pontifìcio, l’esarca avvisò l’opportunità di riparare con energico intervento i motivi di debolezza, di garantire maggior unità politica e di rafforzare la difesa del dominio bizantino contro temute minacce liutprandine. Il reggimento magistrale ebbe comunque carattere straordinario, sopratutto militare, limitato nella durata a un anno soltanto, coperto prevalentemente da elementi stranieri. Il primo, Leone, ed il secondo, Febee, detto Comicola, non sembrano essere indigeni (1). Nel terzo anno compare il figlio del defunto duca Orso, Deusdedit (2), e la sua comparsa può dar luogo a molte ipotesi. Certo non è casuale, ma rivela il persistere di lotte e discordie faziose, di cui non è possibile definire il contenuto nè l’intensità, e tuttavia corrodono fortemente la pace del ducato. Anche questa meteora trascorse nel giro di un anno, secondo la norma della nuova amministrazione : poi ricomparvero figure non veneziane, Gioviano, rivestito della dignità di ypatos, e ultimo Giovanni Fabriciaco (3). Durante il quarto anno, governatore della provincia Gioviano ipato, la crisi ravennate precipitò in una situazione tragica con la cacciata dell’esarca e la presa di possesso della città da parte dei Longobardi (4). Il ducato lagunare, ultimo residuo territoriale del dominio greco, diventò sede della riscossa bizantina. In esso l’esarca trovò confidente garanzia di aiuto : in esso potè calcolare sopra la fedeltà degli organi civili e politici, sopra l’aperto concorso dell’autorità religiosa. Il metropolita Antonino fu sollecitato dallo stesso pontefice Gregorio ad associare le sue energie a quelle dell’esarca per la difesa della Santa Repubblica, l’impero, e per l’interesse dei venerati (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 95. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 95. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 95. (4) Paul. Dlac., Hist. Long., VI, 54 ; Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 95.