Il restauro di S. Croce ili Gerusalemme. 121 Il restauro della sua antica chiesa titolare, S. Croce in Gerusalemme, fu affidato dal Papa a Domenico Gregorini. Questa basilica romanica, nonostante le molte aggiunte ed abbellimenti dei secoli XV e XVI, conservava ancora in sostanza il suo vecchio carattere. Ma ora lo perdette quasi completamente, poiché solo il pittoresco campanile rimase intatto. L’interno venne decorato da Gregorini, aiutato da Pietro Passalacqua, secondo il gusto dei tempi. Delle 12 magnifiche colonne di granito della navata principale 4 vennero murate nei pilastri, il soffitto rinnovato decorato da quadri di Corrado Giaquinto, il carattere dell’abside totalmente cambiato da decorazioni a stucco e dall’erezione di un tabernacolo per l’altare sullo schema di quello del Bernini. In luogo del vecchio portico il Gregorini eresse un atrio elicoidale con un fronte che si sporge fortemente aH’infuori e con grande ordine di pilastri e corona di statue,1 tra le quali un Giovanni Evangelista di classica semplicità e grandezza.2 I lavori cominciati nel 1741 furono terminati nel 1744. L’abate cistercense di S. Croce, Raimondo Be-sozzi, dedicò a Benedetto XIV una storia della basilica: qui egli fa rilevare che ora all’edificio è data quella maestà e quella magnificenza che fa stupire chiunque l’abbia conosciuta nello stato primiero.3 Infelici furono i restauri di Paolo Posi nell’interno del Pantheon. 4 Ancora più infelici le modificazioni di S. Maria degli Angeli dell’anno 1749. Il Papa voleva erigere colà una cappella in onore del beato Niccolò d’Albergati. Luigi Vanvitelli destinò per questo scopo l’ingresso primiero che venne murato. Ciò ebbe per conseguenza che divenne irriconoscibile la struttura di questo 1 Besozzi nell’oliera citata a n. 5 p. 42 ss., 48 ss. ; S. ortolani, 8. Croce *n Gerusalemme, Roma s. d., 22. 28. 35 s., 45 ss. ; Biasiotti nel Botici. Parroch. A II (1013) il 18; Bratto, Aliar li 240. Cfr. anche Justi, Winckebnann II 143; Griii.iTT, Barockstil 554; Thieme XIV 578. 2 Berixgek 30; qui (28 ss.) anche il rilievo in stucco di Verschaffelt. 4 putti con gli strumenti della passione di Cristo, nell’interno della chiesa. 3 R. Besozzi, La storia della basilica di 8. Croce in Gerusalemme, Roma 1750. nella prefazione. Secondo il Merenda (* Memorie) Benedetto XIV Sindicava diversa mente ; «terminata l’opera con spesa eccessiva ne fu assai malcontento avendo guastata la venerabile antichità di quella chiesa con una Porcaria moderna », come si diceva (Biblioteca Angelica dì Roma). 1.« spese secondo la lettera sopra citata alla marchesa C. Caprara Bentivogli ammontarono a 100.000 scudi. 4 JrsTi II 140; Eroli. Iscrizioni del Pantheon 277. Off. Bull. Lux. 100-271. Caracciolo (130) loda il restauro del Pantheon: «Il di fuori divenne più maestoso e di dentro più lucido ». I numerosi inglesi che visitavano Roma si sarebbero felicitati col Papa per questo restauro. Particolari sui lavori danno gli * Avvisi del 27 settembre 1755 e 9 ottobre 1750 (progetto di « un cupolino sopra Pantheon a protezione contro il mal tempo»), Cod. ital. 109 della Biblioteca di Stato di Monaco.