Sollevazione popolare contro Squillate. 767 ma. Allorché il corpo di guardia chiese loro conto ed alla loro ri?;--sta arrogante volle arrestarli, uno degli imbacuccati abbatté . ■>:. laga un soldato. Ad un segnale accorse dalla strada vicina una irotta di uomini armati, sopraffece il corpo di guardia e lo di-, mò. Al grido: «Viva il re! abbasso Squillacelo i sediziosi per irsero le strade e lanciarono ingiurie contro l’avida moglie del ministro.1 Con l’affluenza dei curiosi il numero salì a circa 300). Il re, che tornava giusto allora dalla caccia, si mostrò assai ■/. ito. S’inviò a calmare i tumultuanti il duca di Medinaceli, «n o dal popolo per la sua liberalità; ma il suo invito a ritira : ebbe solo effetto in quanto alla moltitudine adesso venne in mente di recarsi all’abitazione di Squillace e colà ucciderlo. Qi! ^ti, però, era riuscito a sfuggire travestito nel palazzo reale; i» moglie al primo sentore del tumulto aveva raccolto in fretta i «u gioielli e si era rifugiata in un convento femminile, ove erano educate le sue due figlie. Allorché la folla ebbe saccheggiato il palazzo e fatta allegria col vino, essa si recò a casa di Grimaldi, parimenti inviso come genovese, ma si contentò di sfa-' ,-e i vetri. Dopoché i rivoltosi ebbero ancora, per odio allo Sqi illace, distrutti i lampioni delle vie da lui introdotti e brucata la sua effìgie sulla Plaza Mayor, verso mezzanotte si di- *prsero. * H giorno dopo una frotta di uomini, donne e bambini trasse al P-1 azzo reale, ove il ministro si teneva tuttora nascosto, e cercò * penetrarvi. La guardia vallona sparò per intimorire alcuni Cf,‘PÌ, che uccisero una donna e ne ferirono un’altra. Allora la l’olìa eccitata si gettò sui soldati, ne uccise parecchi e trascinò tf,n grande strepito i cadaveri mutilati per le strade. Di nuovo • duchi di Medinaceli e di Arcos tentarono di calmare gli ammutinati, ma invano. Non ebbero maggior successo alcuni frati, che Crocifisso in mano esortarono la folla alla quiete. Gl’insorti gridarono loro, che non era tempo di prediche; essi erano cri-Kiani e non volevano ascoltare che il re. Allora il priore di S. Giorni nella Maneha. Yecla, * dette alla folla il consiglio di prestare al re una supplica. Questa venne compilata in tutta fretta in un’osteria e firmata da chiunque volle. * « In nome di onnipotente, della santissima e indivisa Trinità e della bea-‘ "‘ima Vergine e Madre di Dio Maria » gl’insorti fecero al re Weste otto domande: esilio di Squillace e della sua famiglia, un ministero composto di Spagnuoli, scioglimento della commissione * Cfr. su di imi Km'Mur I 17: Ftwa on. Ilio I *Tanurri a l'wada il 3 iti usti o 17S& Archivio di S 1 ni « n r a ». Kilado MW7. * UorMuic I 17«#». ; Dam va. Rio II H*. * Hotrmur (1 1.