I! „'«aerale Ricei disapprova le dichiarazioni dei gesuiti parigini. Gt¡9 S gesuiti parigini avevano creduto di essersi tratti d’impaccio n>n loro concessioni, dovevano vedersi ben presto delusi. La comn sione di Corte respinse la loro dichiarazione come insuffi-cient e presentò loro a sottoscrivere una nuova formula, che fra l'alti onteneva un impegno formale a tutti e quattro gli articoli falli mi.5 Eliminate alcune difficoltà sulla redazione del testo, 1 : jr< uiti sottoscrissero anche questa dichiarazione. ‘ Su pressioni della ommissione stessa, la quale voleva prevenire un rifiuto da part del Parlamento,1 il Provinciale mandò il documento al ge-r • r dell’Ordine, perchè in una qualsiasi forma lo approvasse. “ K\ notizia dell’accaduto, il Ricci diresse al I)e h Croix una •'U a, in cui gli esprimeva con tutta chiarezza la sua disappro-.i. ne: se tali dichiar3zioni in generale erano inutili e perico-iw* ome mostravano le esperienze del passato, questa presente, an ita senza sua conoscenza precedente, era interamente dan-w>* Per difendersi sarebbe bastata la condanna del tirannicidio innovamento del divieto di trattare del potere indiretto. Col Ì'to passo precipitoso i gesuiti francesi si erano giocata la fam i di ttornissione particolare alla Santa Sede e la benevolenza dei f’a; . e con tutto ciò ncn si erano conciliati gli avversari, che non •*ar !>ero stati mai soddisfatti, finché i gesuiti non abbandonassi > la difesa della religione e non accoglies*ero gli errori dei loro •vv-rsari. Al pretesto della necessità a Roma non si prestava fede Iran che; in ogni caso si sarebbero dovuti prima consultare il nunzio e l’arcivescovo di Parigi. Egli era costretto a respingere indignazione la richiesta di confermare la dichiarazione colla propria firma. Colla grazia di Dio egli non si lascerebbe indurre • nulla che offendesse anche solo minimamente la dignità della 8®nta Sede e potesse riuscire di scandalo alla Chiesa di Cristo ed Rice!. • Ixtoria e .•». i vi .'¡V pi. pulihllrat» In Kivtcst^ II IKK». í fr Havi<¡xax I i:?T n. 1. r.lOw. «ir * "* ,w*l'uni I* Kicrl nelln mui • Moría JW. 40. 13. I merolirl delta |>r«i-A'iullnnla. xentendo l'ínanitiii«.lto*erlltu una propria dirhlaraxionc (tinto In lUtmxtS II Ittl». >nniiw,|,,Dr ,|| porte la rwplinp nar Inxttflkii^ite e rirhlew la auifow-rl- • della formula xtahillta da e**a < Ricri. • Moría K»; lincmnioinm SU• Rlerl a Salvat II 12 sentíalo 17*12. Kpi*!. lira, trrrrlar). Kji!. 'fl Parlamento era »tata «ntrniila la te»l. rhe alie dlehlarailonl del *«-rv" n,,,, hovera pn-tar netmiina fnlr. m> non eran» approvate dal «Sene- < I{«k hkuoxthx 22fl n. 1). « , * ** ** Cíota a Rirri II 1« norembre 17fil. puMdleala in porte In Konir.-I» iv, n. | ij, fon,,!,i, ,|¡ appnirazione prof-o*ta al Oeueralo illirra: Prsejaxlm» CenernlU Mrtatb |e«u renwn aequum rt twtum ra». til ral In. rul ni «trne Sorietatl* hotnlne* In tíallla decente» »uljarripnere. ,rr uaioilnn In praxi teoeatur» iRIcrl. ‘Moría il, pubbllcala in 121 i. ore Inrerv del • rul » r é • quain »1.