02 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo II. del suo spirito di conciliazione mandando a Roma come uditore tedesco di Rota il conte Cristoforo Antonio Migazzi che giunse colà il 2 aprile 1746 e cominciò subito a lavorare per un accordo.1 Questo compito però era ancora assai difficile, tanto più che non era ancora chiarita la questione del riconoscimento della nomina imperiale. Da entrambe le parti regnava uno stato d’animo molto risentito che si palesava in continue e reciproche accuse. Due ostacoli principali sbarravano la via dell’accordo : da una parte non era stato ancora levato il sequestro sulle prebende del Segretario di stato Valenti in Lombardia e dall’altra il Papa si rifiutava di nominare cardinale, come desiderava l’Austria, l’uditore di Rota Mario Meliini.2 Nella prima udienza di Migazzi il 27 luglio 1746 il discorso cadde sopra le reciproche lagnanze. Il Papa dichiarò che anche quando egli facesse di tutto per accontentare la Corte viennese, l’ostilità contro di lui non cesserebbe, perchè Maria Teresa prestava orecchio a false insinuazioni contro di lui. Migazzi rispose che il Papa non era informato veridicamente; qualora Mellini ricevesse il cappello rosso, Maria Teresa si dimostrerebbe certo grata. Benedetto XIV replicò che per quanto ci avesse pensato non aveva finora trovato alcuna via di uscita per soddisfare il desiderio dell’imperatrice regina. Alla line egli confidò a Migazzi che la causa dei dissapori con Vienna stava principalmente nel contegno del cardinale Albani che parlava in un modo e scriveva in un altro; in tal maniera non si arriverebbe mai ad una conclusione.3 Anche in lettere confidenziali al cardinale Tencin il Papa si è espresso nello stesso senso. 1 A Vienna si insisteva invece nell’attribuire la colpa principale ai sentimenti ostili del cardinale Valenti e alla sua devozione per la Spagna e la Francia. Ciò nonostante la fiducia del Papa nel suo Segretario di stato rimase irremovibile; e nel marzo egli nominò Valenti camerlengo e prefetto della Propaganda. 6 Nel frattempo era scoppiata un’altra ragione di conflitto fra Roma e Vienna. Il principe elettore di Magonza si era reso molto benemerito per la nomina ad imperatore di Francesco I e sperava perciò che dopo la morte del vescovo di Bamberga e Wurzburgo, Federico Carlo von Schònborn (t 25 luglio 1746), l’influenza dell’Austria gli avrebbe ottenuto da Roma un breve che rendesse possibile la sua nomina per Wurzburgo.® Il Papa dichiarò invece che 1 Woi.FSliKl’HKK. Migazzi 29 SS. - Cfr. su cio il eupitolo 5. s Vedi In relazione di Migazzi in Wolfsguuhkh 30 ss. * Hkkokkkin 1 258: cfr. 180. lvi 309. ::i4. ® I'll cost iletto breve iligibilitatix.