Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo V. passi necessari.1 La sera medesima il Ricci redasse la ri- u i re 2 insieme con un biglietto all’inviato. Dopoché i due testi • l» ' subito ancora un esame da parte degli assistenti e del sti urv il Ricci li inviò la mattina jdopo (28 gennaio 1762) al pala •• !• l’ambasciata. Nella stessa data il Papa scrisse al re, durale non aveva la facoltà di concedere l’istituzione di un .icario generale, ed egli, il Papa, non era disposto ad autorizzar. ¡1 ('funerale a questo cambiamento sostanziale della costituzione ■ .¡'Ordine, approvata e confermata dai suoi predecessori. * Il K ^h-chouart inviò ancora una volta il suo segretario per far cambiar* i Ivi. In questa occasione deve essere stato pronunciato il H"t «Sint ut sunt, nut non si ut. », che dapprima si metteva sjiesso in -> Cenerai® del Gesuiti, ma che più verosimilmente proviene «la Chn» XI icfr. in proposito Duini, Icsuitenfabeln* 11004 ] 451 e 452 n. 1). Anche i! mas* scritto, utilizzato daH’Albertottl, De »apprensione Socictati» Icsu li * ' •/ioue: « Haec prlvatlm inter I'atres iactata. Riccius ad Pontiflcem «Mali' •I u 1 rebus omnibus pcnsntis, ad extremum praecise relclendam Re-latlonem censtiit, atque in illam crupit vocem : Aut sint ut sunt, aut n ip. S0>. Sa rii ditlicile decidere se questa forma pregnante sia stala motto dal l’apa o dal Corda ra. 11 Ricci non lo ricorda negli appunti > conversazione col l’apa, ma nel punto, jierò, in cui riferisce la sostai » siui conversazione eoi ltochechouart, ha la seguente nota marginale: «I- ' ri romano quando gii furono pr<>poste condizioni inique di pace do|»' la ***’* di Canne, rispose: Idem sibi vlderi renipubllcam romanam nullani «•»>■ css*> eam, quae esso deberet » (Ricci. • Istoria 54). * Kcco il imsso principale: «Veruni enin Praepositus Generali» n -* sune Keltgloiiis Constitutioulbus, neipie ab Apostolici* Lineria. a *|ult*'i- in euni auetorltas derlvatur, hnbeiit fiicultatcni miitundl formai» -tionls a Conat 11iltionlbus Ipsis stabllitam, irrltum foret ac nullum. -i® hiiiiismodl decerneret. uti eitra dubitationem atlirmiirunt onines illi. I“1 sulult. praeter grnvissimnm certo inde seqiiutumm totlus Religioni» bationem. llogat igitur Augustissimiim Kegein Ut persuasimi baber* Generalem excusare se ab eligendo Vicario, non ex defectu demissi"1 Smini Mniestatem obsequii, s«sl ex defectu legitimae potestati* » (Il«*Ba ** naie» 17tC.’, Snnziat. di Fmnciu 453. loc. clt.). Tutta la lettera è stai»!“ 1 " TtU»H, Uistoirc 1 40 n. 2. Il testo della lettera a Luigi XV e del al card. Hooliecbonnrt in Kieci. ‘Istoria 56». * * « Abbiamo saputo, che il card. IH* la Rocheehonart suo MlliWf" chiesto in nome della M. V. questo P. Generale de’ Gesuiti di d*p®**f Vicario Generale |«-r 1 Gesuiti in Francia. ciocché egli non pud fan- <’• autorità, e che Noi non potremmo autorizzarlo a fare colla Nostra-questo, sire, un'alterazione cosi sostanziale nell'istituto della Compagnia ■-vato |«-r tante Costituzioni de' Nostri predecessori, e aiTlstesso sig di Trento, e tirerebbe questo esempio a si funeste conseguenze, ehe nuli* sarebbe da aspettare dalla dissoluzione di un corpo. Il quale già l*'r “ i- stato di tanto utile alia «Illesa, appunto per la sua unione, e per I in<‘ra ■ dipendenza dal ca|>o (Xu urial. di Francia 453. loc. cit-). Traduzione fra®« ^ dell'intera lettera in ItavicXAK I 1«? s. Cfr. •Torrigianl a Parafili 11 nato e 3 febbraio 1762. Cifre. .YwMtet. di Francia 453. loc. cit.; Kicrt. * ria 55 s.