90 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo II. fronte ad un principe il quale non si era dimostrato affatto favorevole al capo della Chiesa ed era circondato da consiglieri sospetti. 1 Infatti dopo il modo con cui era stato trattato Stoppani a Francoforte, il Papa doveva temere dal nuovo imperatore qualche decurtamento dei suoi antichi diritti. In tale timore egli doveva ben presto venire anche confermato. Il delegato di Francesco I, il marchese de Pontcallier, arrivò a Roma appena alla metà di ottobre con una lettera imperiale, nella quale il neo eletto si esprimeva in frasi del tutto generiche e parlava un linguaggio del tutto diverso da quello tenuto nella stessa occasione da Carlo VII, anzi perfino diverso da quello di Carlo VI. Dopo accurate consultazioni coi cardinali il Papa richiese con la massima energia un nuovo scritto, il quale fosse formulato almeno come quello di Carlo VI e che contenesse l’autorizzazione a presentare alla Santa Sede la solita dichiarazione di obbedienza e di chiedere un breve per la concessione del diritto delle prime preci. L’energico intervento del Papa indusse Vienna ad adempiere alle sue esigenze. Giuntane notizia in Roma l’8 dicembre, una congregazione di cardinali tenuta il 10 si pronunciò unanimemente per Francesco I come imperatore; e in tal senso il Papa si espresse in forma solenne in un concistoro tenuto il 15 dicembre.2 I rappresentanti della Francia e della Spagna, La Rochefoucauld e Acquaviva, avevano fatto ogni sforzo per impedirlo, ma il Papa, con rincrescimento di Valenti, non si lasciò fuorviare.3 1 * « Questo principe pur troppo si {• mostrato sinora prevenuto eontra di Noi. di modo che non abbiamo che motivo di temerne, e come imbevuto di massime a noi contrarie, e i>or le persone che loi circondano e alle quali egli confida. Dio voglia che c’inganniamo, ma le difficoltà che si fanno al Nunzio, tanto rispetto alla sua ammissione alla Dieta che al trattamento dovutogli, ci fanno molto temere per tutti gli altri atti, che il nuovo eletto deve fare verso la S. Sede et in favore della religione; in difetto de’ quali ben vede V. S. Ili"1” che N. iS. sani giustamente imbarazzato nel partito che dovrà sciegiiersi. Qualunque sia. non sarà mai per le istanze, che già prevediamo veranno fatte con tutto il calore da ehi sarti opposto all’elezione e specialmente dalle lue Corti di Francia e di Spagna. Sono questi motivi estranei per mi Papa, il quale non ha preso nè prende parte alle querele, alle mire et agl'interessi delle Potenze guerreggiatiti. La iStà Sua non deve avere in veduta che di far mantenere i diritti della S. Sede et illesa la religione da ogni pregiudizio ». Cifra dell'8 settembre 1745, Xiniziai. di Francia 442, f. 172. loc. cit. Similmente nella * Cifra del 13 ottobre 1745: «Il riconoscimento di Francesco I dipende da ciò che egli adempie i suoi doveri verso la S. Sede; i nostri interessi sono diversi da quelli dei belligeranti. Noi attendiamo che l’imperatore faccia quello a cui è tenuto e ci regoleremo in conformità ». Ivi. 2 P. A. Kirsch nell’iKsf. Jahrbuch XVI 66 ss., 70 ss., 713 ss., ove è riprodotta anche l’allocuzione del 15 dicembre 1745. 3 Intorno al Valenti vedi ivi p. 76 o. 2. Ofr. le minute * relazioni di Acquaviva a Villarias, del 9 settembre (l’ambasciatore francese comunica ad Acqua-viva le sue istruzioni circa l’elezione imperiale), del 28 ottobre (consultazione