Il caso Lemère. 181 naie ecclesiastico giansenista. Dopo il ritorno dalle ferie, il Parlamento rinnovò la sua resistenza e il 24 novembre esso interruppe perfino la sua attività, ma trovò però opportuno di riprenderla ben presto. Intorno a questo tempo infatti i! prestigio nel Parlamento era scemato e i posti del Parlamento che si potevano comprare erano diminuiti grandemente di prezzo.1 Il Parlamento tuttavia, come avversario principale della sempre più disprezzata monarchia, possedeva ancora un forte sostegno nel popolo e crebbe ancora più in prestigio quando il re, di fronte ad esso, si dimostrò così debole. Al principio del 1752 vennero rifiutati i sacramenti ad un sacerdote, Lemère, infermo e anche questa volta da Bouettin, e l’antico gioco cominciò di nuovo. - Lemère si rivolse al Parlamento che citò Bouettin e sotto minaccia di gravi pene gli proibì di dare per l’avvenire altri cattivi esempi e ordinò al vescovo di impedire che si ripetessero tali > andali. * Il re dichiarò questo decreto nullo, ma quando l’infermo chiese di nuovo invano i sacramenti per mezzo di usciere * e una delegazione del Parlamento si recò dal re, il debole sovrano cominciò a cedere. Promise5 di dare al più presto possibile gli <»rdini opportuni e di curarsi dell’ammalato, dichiarando che si poteva confidare nel suo zelo per la religione e nella sua vigilanza per l’ordine pubblico. Nel frattempo Lemère morì. L’ultimo giorno prima delle vacanze pasquali, alle sei di sera, il Parlamento si radunò e rimase in assemblea fino alle ore 8 del seguente giovedì santo. A mezzanotte venne ordinato l’immediato arresto di Bouettin, ma questi era fuggito. Dopo le vacanze pasquali0 il re annullò il decreto contro il parroco ed avocò a sè la decisione su tutta la vertenza. Naturalmente il Parlamento presentò nuove rimostranze 7 nelle quali egli si presenta come fosse il giudice in questioni di fede e sui vescovi. Lo spauracchio che egli affaccia al re è il pericolo dello scisma nella Chiesa, qualora si escluda una parte dei fedeli dai sacramenti. A questo punto Luigi XV cedette quasi del tutto. Nella sua risposta ' egli dichiarò di prestare sempre orecchio favorevole alle rimostranze del Parlamento, quando esse hanno per oggetto il hene della religione e la quiete dello Stato, parlò del pericolo dello 1 (îlassox 11 170-175. * [Nivelle] III 515-530. ' Ordonne en outre que l'archevéqne de Paris sera tenu de veiller â ce pareil scandale n'arrive plus. Ivi 517. 4 Ivi 52a * Il 27 marzo 1752. ivi 518. • » 8 aprile, ivi 521. 1 H 15 aprile, ivi 525-528. • (Nivelle] III 528.