Schaffgotsch vescovo di Breslavia. 409 ¡ita. Tuttavia il Papa non trovò necessario un supplemento d’ ¿»trattoria circa la condotta di Shaffgotsch.2 Schaffgotsch •t-o si dichiarò pronto a rispondere ad ogni commissario pontificio. Così Benedetto ritornò sull’antecedente idea d’incaricare di un’inchiesta il nunzio polacco Archinto. Tale inchiesta non doveva avere carattere giuridico e limitarsi soltanto alla presente condotta di SchafFgotsch, poiché gli antecedenti errori aveva fin riconosciuto egli stesso. * Frattanto Federico aveva fatta la sua promessa scritta riguardo ai postulati del Capitolo e s’era anche dichiarato d’accordo colla missione di Archinto. * Questi, dopo una dimora di due settimane in Breslavia, compilò il 5 febbraio 1718 una relazione particolareggiata favorevole intorno al risultato della sua inchiesta. Benedetto partecipò a tutti i cardinali presenti in Roma il contenuto di questa relazione e riferì le trattative con Bastiani e Coltrolini. I 16 cardinali radunati furono unanimi nell’opinione che si dovesse ammettere un vero mi-flior.'mento di Schaffgotsch e non gli si potesse più a lungo rifiutare il riconoscimento. Il 5 marzo 1748 il Papa nominò il principe Schaffgotsch vescovo di Breslavia, senza fare qualsiasi cenno alla nomina regia. * Federico aveva dunque raggiunto una meta così ardente-desiderata; in essa egli vedeva soltanto un successo del •uo intervento. Come egli si figurasse i rapporti col nuovo vedovo risulta chiaro dalla sua lettera del 28 marzo 1748, nella 1^- presentava a Schaffgotsch le sue congratulazioni per la nuova dignità. « Credo di poter contare sulla certezza di non dovervi mai ricordare che dovete il successo a me ». Inoltre nel Capitolo del Duomo non dovevano venir mai asunte persone che ^''Tasserò poco zeio ,per il servizio del re.* 1 4 ; • Albano a Colloredo U 24 febbraio e » marzo 1748, A r c h 1 v i o di 410 *11 Vienna. * I*H*A3t.x hi 162; Theixeb 1 354 ss., Docam. n. 2fl.