(a) Ughdl. Ton, XII. hai. Sacr. (b) Letali, de Miratili. S. Max ¿mini cap. tj. (c) Egin-hardus Annal. Franc. Anna’es Fran cor. Bertiniar.t. CO Ciro a ìc. Farfir.f. 518 Annali d’ Italia. l’Ughelli, e il Padre Papebrochio, di credere, che Anfelmo Arci-vefeovo di Milano fé ne tornaffe alla Tua Cattedra, e monile placidamente fra’fuoi. JVolfoldo. Vefcovo di Cremona (chiamato dall' Ughelli (a) non so con qual fondamento Modenefe ) fcrive il mede-fimo Autore, che mancò di vita nell’efilio, ma fenza addurne pruo-va alcuna. Teodolfo ancora Vefcovo d’Orleans fu partecipe di que-ilo perdono; ma comune opinione è, ch’egli poco ne godeile, e che terminaife da lì a non molto i fuoi giorni. Anzi fe e vero quanto fcrive Letaido Monaco Miciacenfe (b), il veleno fu quello, che il levò di vita, a lui dato da chi nel tempo di fua disgrazia aveva occupati i fuoi beni. Già dicemmo all’Anno 814. che il celebre Ada-lardo, Abbate della vecchia Corbeia, era flato per meri fofpetti relegato in un Moniftero d’Aquitania. A lui pure fece grazia in queft’Antio Nmperadore, e il rimife in poffeffo della fua Badia. Avvenne in quelli tempi, che Fortunato Patriarca di Grado fu ac-cufato da Tiberio fuo Prete preffo l’Imperador Lodovico d’infedeltà (c), quafi che egli efortaffe Liudevito Duca dell’inferiore Pan-nonia a perfiftere nella fua ribellione, ed in oltre con inviargli de’ muratori gli deffe aiuto a fortificar le fue Cartella. Fu perciò citato , che veniiTe alla Corte. Moftrò egli a tutta prima prontezza ad ubbidire, e a tal effetto pafsò in Iftria. Pofcia fingendo di andare alla Città di Grado, ed occultato il fuo difegno a i fuoi fteiìi dome-ilici, all’improvvifo fegretamente s’imbarcò, e portoffi a Zara Città della Dalmazia, dove rivelò a Giovanni, Governntor delia Provincia per l’Imperador Greco, i motivi della fua fuga; e queiti prefane la protezione non tardò a fpedirlo per mare a Coftantino-poli. Non ebbe contezza di quello fatto Andrea Dandolo nella fua Cronica di Venezia. Fu in quell’Anno nel Mefe d’Agoilo tenuto un Placito , o fia pubblico Giudizio nella Città dì Norcia del Ducato Spoletino (d), da Aledrcemo Conte, e da A delardo, e Leone, Vaffalii e Meffi fpediti da Lodovico magno Imperadore, ad fingu-lorum hominutn caufas audiendas & deliberandas. Aveano ief-fione nel medefimo Giudizio Guinigijo, e Gerardo Duchi, Sigoaldo Vefcovo diSpoleti, Magio, Jitone , e Liutardo parimente Vef-covi eoa altri Abbati, Vaili, e Gaftaldi. Aveva il fuddetto Gui-nigifo Duca di Spoleti confifcato ad Regiam partem, cioè applicato alla Camera del Re d’Italia ( il'che fa conofcere, chi foffe il Sovrano di Spoleti ) i beni di un certo Paolo, che i Monaci di Farfa pretendeano donati al loro Moniftero, ed anche pofieduti da loro . La decifion fu in favore d ' Ingo aldo Abbate di Farfa. L’aver trovato