XXVI » te di Leone III. ) fu eletto in Tuo luogo Stefano Quarto di quefló »nome, Diacono della Santa Romana Chiefa , che dianzi co’fuoi » putirmi coflumi, con una vita veramente Ecclefiaftica, e con » predicare al Popolo la parola di Dio , s’ era guadagnato 1’ affet-» to , e la venerazione di tutto il Clero, e Popolo Romano«. Prima di Stefano fu Leone 111. di cui all’ anno 795. così dice il Muratori: » Nella fefta di S. Stefano, il Clero, i Nobili, e il Po-» polo Romano raunatofi, vennero concordemente all’ elezione del » Succefl'ore ; e quella cadde nella perfona di Leone III. che per » lungo fervigio predato nella Bafilica Lateranenfe, pel fuo amore »verl'o i poveri, e per la fua nota p;età, fu conofciuto fopra gli » altri meritevole della fublime Pontificia autorità «. Succeiìe Leone ad Adriano I. il ,quale fu eletto nell’ anno 772. a cui il Muratori fa un ben lungo ed illuflre elogio; fìcchè è fallo ciocché fcri-ve Eginardo, cioè che Lottario trovò in Roma lo flato del Popolo Romano depravato cjuorumdam perversiate Pontificarti , quando tutti i fuddetti Papi, che precedettero Eugenio II. furono di vita irreprenfìbile. Ma acciocché maggiormente ognun vegga, che la venuta di Lottario in Roma , non fu già per fìgnoreg- are in Roma, ma per unire piuttoflo in concordia il Popolo Romano, e richiamarlo alla divozione, ed obbedienza del Papa; lo provo coll’ autorità dell’ antico Scrittore della traslazione di S. Sebafliano preffo il Bollando al giorno zo. di Gennaio cap. 1. ove chiaramente afferma, ef-lère flato Lottario affieme con llduino Cappellano Maggiore dell’ Imperiale Palazzo, mandato in Roma da Lodovico Pio per reprimere l’orgoglio dei Romani, e la contumacia de’ medefimi verfo il Sommo Pontefice : » A pii film© Cariare ad quorumdam improbi-» tatem compel'cendaiu, qui adverfus Summum Antiflitem Euge-» nium intuinuerant, Romae delegatus fìc judicium omne pruden-» ti examinatione exercuit, ut & Csefaris juffum expleret, & Pon-» tifici fatisfaceret, & eos, qui contra hunc fuperbe intumuerant, » fedata eorum contumacia, pacatos redderet & quieros « . Tutto ciò dunque che operò Lottario in Roma , 1’ operò certamente coll’ efprefìo confenfo di Eugenio Papa , non già come fupremo Signore, ma come difenfore ed Avvocato della Chiefa Romana, liccome 1’ afferma ancora il Cointe Autore Franzefe all’ anno 824. nura. 10. ed 11. Ma che ferve dilungarli su quc-flo particolare, fui quale hanno fcritto uomini dottifìimi, e nell’ erudite Note ad Anailafia, ed in vane Opere fatte ex proieffo, come fuol dirli, per difen-