Anno DCCCXII. chele Vefcovo, ed Arfafio, e Teognofto Protolpatarj Imperiali. Furono quelli all’udienza dell’Augullo Carlo in Aquisgrana, e fic-come erano venuti anch’effi volonterofi di pace, così diedero tutta la mano per illabilirla . Nella Chiefa fu loro confegnata la Capitolazione legnata da Carlo : dopo di che in lingua Greca gli fecero le acclamazioni, appellandolo Imperadore, e Bajileo, cioè Re: cofa nondimeno, che lì crede non folfe dipoi approvata dalla fuper-ba Corte di Coftantinopoli. Prefo poco apprelfo il congedo, vennero a dirittura a Roma, e nella Balìlica di San Pietro riceverono un’ altra copia della fuddetta convenzione , fottofcritta da Papa Leone , sì in riguardo de gli Stati della Chiefa , confinanti a Napoli e Gaer.a, Città dipendenti da’Greci, e sì per accrefcere colla maeftà del nome Pontificio più credito e lìcurezza a que’patti. Trattoli! parimente di pace (a) fra l’Imperador Carlo, ed Abulaz Re di Cor- 00 Annaks dova, o fia de i Mori della Spagna; e quella eflendo venuti a chie- MoTffiactnf. derla i Mellì di quel Re infedele, fu conchiufa per tre anni avvenire. Durava poi da molti Anni la nemicizia tra elfo Imperadore, e il Ducato di Benevento, e già vedemmo fatte varie oililità da i Franchi, cioè da Pippino Re d’Italia, contra di Grimoaldo Duca, Figliuolo d’Arigifo, che mai non feppe indurli a riconofcere elfo Re per fuo Sovrano. Grimoaldo Storejai^ fuo Succelfore in quell’infi-gne Principato li appigliò finalmente a i configli di concordia, ed ottenne la pace da Carlo Magno, con patto di pagargli annualmente a titolo di tributo venticinque mila Soldi d’ero, e che reftalTero illefe per lui, e godute da lui tutte le Regalie dell’ampio Ducato Beneventano. Fu poi da lì a due Anni, liccome vedremo, fminui- « to quello tributo. Da Erchemperto (¿) vien appellato il fuddetto (b)£rcW Grimoaldo vir fatis mìtis, & adeo fuavis, ut non Jolurn cum Gal- P‘rtus HlA' lis, veruni etiam cum univerjls circumquaque gcntibus conjlìtutìs Langob'ard, inierit foedus, & Neapolitibus fupramemoratis gratiam pacemque caP- 7-donarit. All’incontro 1’Anonimo Salernitano (c), men degno certamente di. fede , cel dipigne per uomo fuperbo, avaro, e femina-tor di difcordie fra i Longobardi. Aggiugne egli dipoi, appena ef- mun. Parafar egli llato all'unto a quel Trono Principefco, che f Armata Fran zefe corfe ad invadere il Ducato di Benevento, fperando forfè i Ra. halle*' Franchi miglior fortuna in quella novità di governo. Ma Grimoal-d ), unite le lue forze, ed ufeito in campagna, diede loro una gran rotta. Tacendo gli Annali di Francia quella guerra, e tacendo Erchemperto, Autore molto più vicino a que’tempi, una tal vittoria, probabilmente ancor quella è una delle dicerie vane del volerò, che Tomo IV. Hh l’Ano-