402, Annali i>* Italia. Teodoro da’ Greci; & è da credere, che Adelgifo v’ andaffe volentieri per la fperanza di tirar ne’ fuoi voleri il Duca Grimoaldo fuo Nipote , perchè Figliuolo di Adelbtrga fua Sorella tuttavia vivente. Ma Grimoaldo lungi dal cedere a tali batterie , e dal volere effettuare i trattati feguiti, come ci fan credere le Lettere di Papa A-driaoo , tra Arigifo iuo Padre , e i Greci: flette (aldo nella fedeltà verfo il Re Carlo , e verfo il Re d’ Italia Pippino . Prefe dunque 1’ armi'per opporiì a i Greci, chiamò in aiuto fuo Ildebrando Duca diSpoleti; ed effendo anche flato fp.edito al primo fuono di quefti rumori da Carlo Magno Guinigìjo per iuo Inviato con alquanti Franzefi a Benevento , affinchè vegliaffe fopra gli andamenti de’ Greci, e de i due Duchi di Benevento e Spoleti: fi venne finalmente ad un fatto d’armi. Riufcì quello favorevole a i Principi e fol-dati Longobardi, che con poco loro danno fecero grande flrage de’ Greci, ed ebbero in lor potere un ricco bottino , con affaiffimi pri-Thcoph• gioni. Se vogliam credere a Teofane ( a ) , 1' infelice Adelgifo lai ciò Chronog. |a vita in quella fccnfitta; ma altri fcrivono , ch’egli vecchio terminò i fuoi giorni in Coflantinopoli. Con quefta azione dovette Grimoaldo accreditarli non poco preffo di Carlo Magno. Oltre di che in quelli primi tempi egli non ebbe difficultà di comparir lenza barba al mento , falvo fempre 1’ orrido ornamento de’ lunghi mu-flacchi ; e di mettere nelle Monete, e in primo luogo ne gli Strumenti il nome del Sovrano fuo Carlo, fenza però efeguir l’obbligo di atterrar le fortificazioni di Salerno, Acerenza, e Confa. In quelli medefimi tempi avvenne , che Tajjìlone Duca di Baviera a perfuafione di Lìudburga fua Moglie , Figliuola del già Re Defiderio , pentito de’ giuramenti preflati , e della fuggezione promeffa al Re Carlo , che forfè inchiudeva delle dure condizioni , tornò a cozzare con lui. Accufato fi prefentò davanti al Re, e convinto d’aver trattato con gli Avari, o fia con gli Unni, padroni della Pannonia ; d’ aver macchinato contro la vita de i fedeli del Re; e d’aver detto , che s’egli avelie avuto dieci Figliuoli, più tofto li perderebbe, che fofferire i patti per forza ftabiliti col Re Carlo : corfe pericolo della vita. Gli ebbe mifericordia il Re ; ma deporto dal Ducato fi eléffe di terminare i fuoi giorni con Teodone fuo Figliuolo in un Moniftero , dove profefsò vita Monaftica , e attefe a far penitenza de’fuoi peccati. In fatti non pafsò gran tempo, che gli Avari fecondo le pròmeffe da lor fatte a Taiiilo-ne, meffi infieme due eferciti, col uno affalirono la Marca del Friuli - e coll’altro la Baviera. A far loro fronte non furono pigri i Po-