571 Annali d’ Italia. grino Scrittore diligentiflìmo e giudiziofo della Storia de’Principi Longobardi. Da effa apparifce , che Amalfi e Sorrento erano allora ’Città fottopolle al Ducato di Napoli, e quivi fi leggono varj riti confiderabili per 1’ erudizion dì que' tempi. Ma , liccome dilli, non durò gran tempo quella pace e convenzione , e forfè in quell3 Anno Sicardo ricominciò di bel nuovo a far delle prepotenze con-tra de i Napoletani, e in fine ripigliò Tarmi contro la loro Città. Potrebbe anch’eifere , eh’egli in quell’Anno occupaffe la Città d5 Amalfi, del che parleremo*all’Anno 839. Anche l’Autore della s^ Santo Antonino Abbate di Sorrento (a) fa menzione ( len-Vit. s. An- za accennarne l’Anno) dell’aifedio di Sorrento, fatto dal mede-tomni Ab. fimo Sicardo . Se vogliam predar fede a quello Storico, egli le ne SJìemnxiv.d > perchè il Santo Abbate apparendogli in fogno , non fola-mente lo fendò, magli lafciò anche un buon ricordo con delle balconate. Che i Santi vogliano, o poifano venire dal Paradifo in terra per menare il baftone , non c’è obbligazione di crederlo fuori delle divine Scritture . Februarù. Anno dì Cristo dcccxxxviii. Indizione i. di Gregorio IV. Papa n. di Lodovico Pio Imperadore 25. di Lottario Jmperad. e Re d’Italia 19. e Chiunque era del partito del Principe. Carlo Re% della Neuftria , ma più de gli altri all ’Imperatrice Giuditta fua (b)Suhar- Madre, (¿) flava continuamente su gli occhi la cadente fani-iib f^or‘ dell’Augufto Conforte, e per conseguente l'apprenfione di fiere rivoluzioni dopo la morte di lui; per le quali fi vedeva ef-pofla a troppi pericoli la porzion de gli Stati alfegnati ad elfo Carlo dal Padre . Temevano tutti de i due Fratelli Pippinò e Lodovico , troppo ingordi , e troppo confinanti co i loro Regni a quello di Carlo. Concorfero dunque tutti in un parere, cioè, che era il meglio di guadagnare l’Augufto Lottano , fe pure egli voleva dar mano ad un trattato, e di formare una buona lega fra Carlo e lui, ballando ciò per tenere tutti gli altri in briglia . A tal fine fpedirono dei Melfi a Lottario , con rappreièntargli, che 1’ avrebbono ri me fio in grazia deU’Imperador fuo Padre, ed inoltre Carlo avrebbe partito con lui l’Imperio , a riferva della Savie-