¿4 Annali d’ Italia, è ben chiaro, fe in queil’ Anno effo Imperrdore riportaiTe a Geru-iklemme la vera Croce, ricuperata dalle mani de’Perlìani. Teo-fa) Teo- fané (a) racconta queilo fatto all* Anno feguente , e così Cedre-itnuu/r 110 ( ^)• All’incontro Niceforo (c) fcrive , ch’egli andò prima a ( b ) Cedreti. Gerufalemme , ed ivi fece vedere quel facro Legno , e poi lo por-'yllhi, ^eco a Coftantinopoli , dove nelia Cattedrale fu efpoilo, e ciò IhevL'. avvenne fotto X Induzione Seconda , corrente per tutto F Agofto di (d ) Zcnar. queil’Anno. Ma Zonara (d) vuole, che Eraclio nel precedente m Annalìb. Anno fe ne tornaiì’e a Coilantinopoli, e non già nel prefente : tanto van d’accordo fra loro i Greci Autori . Comunque fia , fappiam di certo , che 1’ Augnilo Eraclio andò a Getufalemme , feco portando il venerato Legno della Santa Croce, e in quella i'acra Bafilica lo ripofe , ma fenza che gli Storici fuddetti parlino di certo Miraco- lo , che fi dice fucceduto in quell’ occafione . Comunemente fi crede, che quindi prendeilè origine la feda dell’Efaltazion della Croie) Enron. ce . Ma ficcome avvertì il Cardinal Baronio (e), effa è molto più Mai^tr'0l‘id antica. Sia a me permeilo di riferir qui un fatto fpettante ad A-( ) Fndeg. rìoaldo Re de’.Longobardi, di cui Fredegario (/) fa menzione , do-m t¡ironico p0 aver narrata 1’ aiTunzione al Trono di queilo Re all’ Anno 623. il che non può fuifiilere iecondo i noilri conti, con reitare perciò libero a noi di raccontar queilo fatto per conto del tempo ad arbitrio noilro . Gunde’oeroa fua Moglie , Figliuola , come dicemmo , del Re Agilolfo e di Teodelinda , ci vien deferitta da effo Storico per Donna di bellìffimo afpetto , di fomma benignità verfo tutti, ornata fopra tutto di Pietà , perchè Criftiana , il che a mio credere vuol dire buona Cattolica, a diferenza del Re fuo Conforte Ariano. Le fue limofine a i Poveri erano frequenti e grandi, la fua bontà rifplendeva in tutte le fue operazioni: motivi tutti, che le guadagnarono l’univerfale amore de’Popoli. Trovavafi allora nella Corte del Re Longobardo un certo Adalolfo , confidente d’ effo Re. Coilui faceva delie vifite anche alla Regina ; e un dì trovandofi alla di lei udienza , fcappò detto alla medefima , ch’egli era Uomo di bella ilatura. Allora l’infoiente Cortigiano prefi la parola foggiun-fe , che da che ella s’ era degnata di lodare la di lui ilatura , fi degnaf-iè ancora di farlo partecipe del iuo letto . Allora Gundeberga acce-fafi di rofsore fgridò la di lui temerità, e gli fputò fui volto. An-datofene Adalolfo , e penfando all’errore commeffo , e che ci andava la vita , fe il Re veniva a faperlo , per prevenir queilo colpo, corfe toilo al Re Arioaldo, e il pregò di volerlo afcolrare in difpar-te , perchè aveva cofa importante da confidargli . Ritirati^, A- dalo/-