Anno DCCLY. che Pippino avea confermato propria voluntate per Donationis pagi nam beato Petto, fanclcsque Dei Ecclefice, & Reipublicce , Civi-tates & Loca rejlituenda. Altri paiTi ci fono, ne'quali fi parla della reflituzione , che s’avea da fare alla Repubblica , chiaramente diftinta dalla Chiefa Romana. Il Padre Cointe ne gli Annali Eccle-fiaftici della Francia pretefe, che fotto nome di Repubblica ve-nifTe il Romano Imperio , o ila la Camera e il Fifco Imperiale . A quefta opinione non acconfentì il Padre Pagi (a) ; ma per quanto (a) Pagìus mi fono io ingegnato di provare nelle Antichità Italiane (¿), in- ^awn 'ad dubitata cofa è , che fotta il nome di Repubblica veniva l’Imperio Ann. Romano, benché non apparxfea, qual cofa fofse ora reftituita ad (b) efso Imperio, efsendo anche incerto, come reftafse in quefti tem- i)ifert. l\s. pi il governo di Roma. Pretende bensì il fuddetto Padre Pagi, che da lì innanzi i Romani Pontefici avefsero in pieno lor dominio non meno erta Città, che l’Efarcato; ma fenza che fi veggano pruo-ve concludenti di tal opinione. Certo non fi può mettere in dubbio la Donazione dell’Efarcato e della Pentapoli fatta dal Re Pippino alla Santa Sede Romana, con efcluderne affatto la Signoria de’Greci Augufti ; ma fe avveniffe per conto di Roma e del fuo Ducato lo ftefTo, e fe Pippino fi rifervafTe dominio alcuno fopra lo fteffo Efar-cato, non pare finora concludentemente decifo, come altrove of-fervai (c). E quefto a mio credere è il primo efempio di dominj (c) Piena temporali con giurisdizione, dati alle Chiefe , e a’facri Paftori, E(p°fivone del quale poi profittarono a poco a poco l’altre Chiefe, la mag- C1 gior parte delle quali proccurò a fe fteffa ed ottenne di fomiglian-ti Signorie , ficcome andremo vedendo . Gloriofamente in queft’ Anno coronò il corfo di fua vita San Bonifacio, celebre Arcivefco-vo di Magonza, con fofferire il Martirio da i Pagani. Credefi parimente, che riufcifTe al Re Pippino di fottomettere la Città di Nar-bona dopo tre anni d’ affedio , con ritorla a i Saraceni , i quali per* ciò, furono cacciati da tutta la Provincia della Settimania , oggidì Linguadoca. Per aftertato ancora del Dandolo (d), in queft’ An- (d)Dandul. no Deusdedit Doge di Venezia, mentre era dietro per fabbricare ^Chronico' un Cartello fortiiììmo alla riva del Porto della Brenta, per congiu- R,r.'It-liu. ra di uno fceilerato uomo appellato Galla , fu uccifo dal fuo Popo-.a .Dopo di che lo fterta Galla portatofi a Malamocco , occupò la. fedia e il nome Ducale , ma per poco tempo , ficcome vedremo. Anno