Annali d’ Italia.
(a) Nithar-dus tìiftor. lìb. l.
<b) Rer. Ita-iicar.P. 2. Tom. i.
Baviera. Lottario folo il trovò delu'o in mezzo alle fue grandi idee e fperanze (a), perciocché gli convenne contentarli deila fola Italia, con giurare in oltre di non far da lì innanzi novità nella Monarchia contro la volontà del Padre. A lui più che ad altri era attribuita l’origine e continuazione di sì brutti Sconcerti. E cercarono anche di profittarne i fuddetd luoi due Fratelli, col cominciar cadauno a far broglio per ottenere il Primato , cioè il titolo Imperiale dopo la morte del Padre; ma per quello conto ritrovarono una forte oppofizione nei Miniftri della Corte paterna. La verità nondimeno è, che Lodovico Pio non trattò Tempre da lì innanzi Lottario come Collega nell’imperio. Tennefi poi un’altra Dieta in Ingeleim fui principio del Seguente Maggio , dove comparve ancora eiìb Lottario Augufto, che fu onorevolmente accolto dal Padre ; ma fra poco ebbe ordine di tornarfene in Italia, perchè non poca apprenfione dovea dare a Lodovico lo fpirito imbroglione di quello fuo Figliuolo. Quivi il clementiilimo Augufto fece grazia a molti de gli efiliati, permettendo ad alcuni il ritornarfene alle lor cafe, e ad altri anche il rivenire alla Corre . In un’altra Dieta , che fu nell’Autunno feguente, tenuta a Tionvilla, fi vide comparire Bernardo Duca di Settimania, quel medefimo, per cui tanto rumore s’era follevato nell’Anno addietro. 4llch’egli fi efibì pronto a provar coll’armi calunniofe le voci fparfe contra di lui, e non ef-fendofi trovato chi fi fendile voglia di prendere quefta briga , fi venne al giuramento, per cui nel Tribunale del Mondo egli reftò baftantemente giuftificato. AiTifterono a quefta Dieta due Figliuo-
li	dell’Imperadore, cioè Lottarlo, e Lodovico, e dappoi fe ne andarono. Ma non v’intervenne già il Re Pippìno. Afpettollo un pezzo il Padre, e non veggendolo venire, mandò gente appofta a chiamarlo. Promife Pippino di andarvi, e finalmente fol pochi dì prima del fant% Natale fi prefentò all’Augufto Genitore, che a ca-gion della difubbidienza fua l’accolfe affai freddamente, ed anche lo fgridò . Se ne impazientò il giovine Principe, e nel dì 27. di Dicembre fenza dire addio ad alcuno, fe ne fuggì frettolofamente verfo FAquitania. E talierano i portamenti de’Figliuoli verfo 1’ infelice Lodovico Imperadore lor Padre, che declinarono anche in peggio, ficcome vedremo. Abbiamo dalla Cronica Arabica (¿), tratta dal Codice di Cambridge, e da me riftampata, che in queft’ Anno riufcì a i Saraceni dopo aver già fiffato il piede in Sicilia , d’impadronirli della Città di Meffina. Teodoto Patrizio, che per l’Imperadore Greco, il meglio che poteva, andava contraftan-
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