4*4 Annali d’ Italia. non conviene ad un Cervo 1’ eiTere condottier di Leoni, fu eifo Leone proclamato Imperadore, ed affretto Michele co’Figliuoli ad abbracciar la vita Monadica . Crummo co i vittorioiì Bulgari paf-sò all’affedio di Coffantinopoli, e ne defolò tutti i contorni ; po-fcia veggendo , che quivi indarno confumava il tempo, guidò tutte le fue forze contra di Andrinopoli , Città, che dopo aver fatta per quanto potè refidenza , cadde finalmente nelle lue mani. Gli Annali de’Franchi narrano, che mentre coffui era lotto Coffantinopoli, Leone Augufto fece all’improvvifo unafortita dalla Città con tal felicità , che il Barbaro ferito con tutta la fua Armata pre-fe la fuga. Secondo i Greci Autori tentò bensì Leone con frode in un abboccamento di far uccidere il Re nemico , ma non fece già prodezza alcuna . Innumerabili furono in sì funefte congiunture i Greci, condotti in ifchiavitù dai Bulgari , con averne poi la divina provvidenza ricavato profitto per la fanta Religione di Crido , la quale per cura di Manuele Arcivcfcovo d' Andrinopoli, e d’ altri Ecclefiaftici prigionieri fu piantata e diffufa per tutta la Bui-gneria . Intanto 1’Imperador d'Occidente Carlo Magno , convocata in Aquisgrana una Dieta generale de’fuoi Regni nel Mele d’A-goffo , propofe a i Vefcovi, Abbati , Conti , e Nobili della Frailía) Annal. eia (a) di conferire il titolo d’Imperadore , e di dichiarar fuo Col-r ^ega neíf ImPeri° e lie i Lodovico fuo Figliuolo, già Red’ Lumbetius Aquitania. Lodò ognuno il progetto, e tutti acconfencirono . Fu Annal. dunque con lieti Viva ed univerfale acclamazione de’Popoli coronato Lodovico con Corona d’oro, e chiamato Imperadore ed Au- (b) Thega-gu/lo . Tegano ( b) Scrittore di quedi tempifcrive , che dopo ave-re 1’aperador Carlo fatta una paterna efortazione al Figliuolo di Pii c. e. cudodire il timor di Dio , di onorare i Sacerdoti, di amare i fuoi Popoli, di fciegiiere buoni Minidri, con altre parole degne di un pio e faggio Padre, gli ordinò di prendere colle fue mani la Corona poda full’Altare, e di mettertela in capo. E’un gran che il vedere, che tutti gli Storici d’ allora parlano del parere dimandato da Carlo a tutti i fuoi Baroni, per fare Imperadore il Figliuo- lo , e del confenfo dato a i medelìmi -, e che niuno fa parola del Romano Pontefice . Mali può ben con tutta ragion conghietturare , che Carlo Migno non avrà fatto quel paffo, fenza averne preventivamente informato Papa Leone, e chiedane la fua approvazione. Certo egli non riconofceva punto da i Franchi la fignoria di Roma, nè il maedofo titolo e grado d’Imperadore : onde gli occorreffe il loro affenfo per dichiarare il l'uo Succeffore ; ma riconofcevalo bensì dal