siasmo, da cui lo scrittore era animato, poteva suggerire preziosità rettoriche, non l’invenzione di un mondo irreale. Esistevano i naviganti per il servizio di rifornimento e di scambio interno e verso la terraferma. Anche Plinio con analoga iperbole aveva ravvisato sette mari tra lo specchio lagunare. La maggior attività marinaresca di questi pionieri si svolgeva lungo i fiumi, che circondavano le natie isole o solcavano le paludi. Lo scrittore li vide spesso, in tempo di bassa marea, balzar dalle proprie navi, trainar o sospinger il modesto legno oltre le secche per non interrompere con noiose soste gli ordinari viaggi nell’estuario. Non tutte le imbarcazioni sembravano così robuste da poter sfidar senza pericolo le avversità delle onde marine o le difficoltà di lunghi tragitti ; molto spesso dovevano trovare riparo e protezione entro il cordone litoraneo, in laguna. Esistevano però anche audaci navigatori trascorrenti distese senza fine (intendi, dediti al traffico interregionale, seguendo la linea marittima dall’ Istria a Kavenna), e navi che tenevano l’alto mare. Ad essi faceva appello sopratutto Cassiodorio per assicurare i rifornimenti della capitale dall’altra sponda. Sopra essi egli faceva calcolo per la regolarità degli scambi necessari ; a garantire i quali, in un momento di crisi, rivolse invito ai naviculari e ai loro diretti superiori. Il quale invito, nel gergo comune, mascherava un ordine, e l’ordine poteva ben esser dato, perchè i tribuni marittimi erano pubblici ufficiali, e lo Stato manteneva inflessibilmente la potestà sovrana dell’ ordinamento romano. 6. — Il bravo ministro aveva dimenticato forse il lamento pronunciato pochi anni addietro sopra l’assenza di una marina italiana, mentre navili e greci e africani monopolizzavano i traffici sopra i mari e lungo le coste italiche (1) ? e aveva dimenticato il severo rimbrotto rivolto alla scarsa attività della navigazione fluviale, ostacolata dall’ avido egoismo dei rivieraschi (2) ? e aveva dimenticato l’energica opera spiegata per dotare l’Italia di una marina propria, con base a Ravenna, e per liberare il regno dal (1) Cassiodokii, Variarum, V, 17. (2) Cassiodoru, Variarum, V, 16.