Anno DCCCXIII. 487 ra Sefta del medefimo Pontefice fcritta poco dappoi al fopralodato Carlo Magno, coll’ avvilo della depofizione del Greco Imperador Michele, e dell’affunzioile al trono di Leone Armeno, fi legge appunto una mano di nuove tutte (pallate , quali il volgo ignorante o la malizia di taluno fuol inventare , e che fi fan vedere talvolta anche nelle Gazzette de’noftri tempi. In quell’Anno, fecondo il Fiorentini (a), Adalardo Abbate di Corbeia , e MelTo di Carlo (a) Imperadore, quel medefimo, che principalmente governava al- dì ' MallUé lora r Italia nella minorità del Re Bernardo, trovandofi nella Cit- lìb. 3. tà di Lucca, tenne un Placito per la caufa di un Cherico delinquente , quern ipfe Adalardus commendavit Bonifatio lllujlrìjjìmo Corniti noflro . Sicché Conte di Lucca era allora quefto Bonifacio, del quale , come di perfonaggio molto importante , io debbo tar memoria . E eh’ egli ancora foife Duca della Tofcana 1’ ho provato altrove (¿) con un Placito del medefimo Adalardo Abbate, tenu- (b) Antiqui-to in Piltoia nell’Anno precedente 812. al quale intervenne Boni-fatius Dux. Anno di Cris to dcccxiv. Indizione vii. di Leone III. Papa 20. di Lodovico Pio Imperadore i. e i. di B E R N A R D O Re d’Italia 3. L’ Ultimo Anno della vita dell’Imperador Carlo Magno fu quefto. Infermatoli egli in Aquisgrana con doglia di coita , nel dì 28. di Gennaio rendè l’anima al fuo Creatore nell’Anno fet~ tantuno della fua età , pieno di vittorie e di gloria , pieno di meriti preiToDio, e predò gli Uomini . Chi prendeife ad uguagliar quefto Monarca a gli Augufti, a iTraiani, a i Marchi Aurelii, troverebbe facilmente delle ragioni per foftenere il fuo aflunto . Ma in una parte polliamo anche dire, ch’egli fuperò quegl’Imperadori Eroi del Paganefimo . Perciocché trovarono quegli Augufti il Romano Imperio tuttavia florido, tuttavia forte per una fmifurata potenza, pulito ne’coftumi, ben difciplinato nella milizia, e regolato da faggie provvilìoni e Leggi nel fuo governo. Ma Carlo Magno trovò ne’fuoi Franchi, e nelle Nazioni da lui foggiogate non poca barbarie, una fomma ignoranza , ed infiniti altri difordi-ni. Seppe egli nondimeno colla fua gran mente e indefefla applicazione , dare buon fello a tutto, ripulirei coftumi de’fuoi Popoli, H h 4 rimet-