Annali d’ Italia: (a) Malve- ¿¡uè ad diem obitus fui. Jacopo Malvezzi (a), vecchio Storico di BnxiaCnhr0n' Brefcia , nota anch’egli d’avere trovato preifo gli Scrittori de’fatti Tom. Xiv. di quefto Re , che condotto a Parigi , attefe quivi all’Opere della Rer. Italie. Pietà* anzi fa lì così avanti nella fantità , che andando la notte a vifitar le Chiefe , miracolofamente fe gli aprivano le porte delle medefime. Avrà egli letto quefti miracoli ne’ Romanzi , e non già in accreditati Scrittori. L’Autore antico della Cronica della No- (b) Chronic. valefa ( b), che fa parimenti menzione di tal prodigio , ha del Ro-pJVnllr il manztere anch’ egli in molti altri fuoi racconti . Per altro nel Re Rer. le alle. Defiderio , anche ne’tempi fuoi felici non mancò la Pietà e la Religione . Giovanni Monaco Autore della Cronica del Moniftero di (0, Chronic. Volturno ( c ) ne parla così : Hic licei bello fuerit auflerus , tamen lib.^p.II plurimis locis Ecclefas conftruxit , ornavi t, atque duavit rebus ac Tom. il. poffefsionibus multis. Denique ex jufsione Principis Apofìolorum Rer. Italie. petrl ? Monafterium cedificavit in honorem & vocabulum ejusdem nominis in Valle Tritana &c. E già. offervammo altrove gl’ infi-gni Monifterj da lui fabbricati in Brefcia. Abbiamo anche offer-vato , ch'egli , allorché il Papa gl’intimò la fcomunica , fe non defifteva dall’andare colPefercito a Roma, fe ne tornò indietro con gran riverenza. Diede mano alla Chiefa Romana per liberarla dall’ ufurpator Coftantino falfo Papa . Ma in fine per la fover-chia fua Ambizione e poca Prudenza precipitò dal Trono , e andò a finire in elìlio i fuoi giorni . Adelgifo fuo Figliuolo , che s’era ricoverato e difefo in Verona, probabilmente caduta che fu Pavia , anch’egli abbandonò quella Città alla diferezion de’Franchi, e fi (d) Anafiaf. mife in faivo. Veramente abbiamo da Anaitafio ( d), che il Re Bl bliothec. Carlo nell’Anno precedente fi moife dall’aiTedio di Pavia, ed in /*PapTvìt. perfona andò con parte della fua Armata fotto Verona, e quivi ftan- do vennero ametteriì nelle fue mani i Nipoti, cioè i Figliuoli del fu Re Carlomanno fuo Fratello , colla lor Madre , e con Autcario perfonaggio illuftre ed Aio di que’Principini, che s’erano rifugiati colà con Adelgifo. Cofa poi diveniiTe di queiìi Principi, lo tace la Storia , verifimilmente per non rivelare un fatto , che tornava in diferedito d effo Carlo , cioè la fua poca umanità verfo gl’ innocenti Nipoti. Potrebbe talun dedurre dal racconto d’Anaftafio, che in mano di Carlo Magno veniife nell’Anno precedente anche (e) Maffeì la Città di Verona . Mail ChiariffimoMarchefe Scipione Maffei (e) T/irjtl ne^a ^ua Verona illu ftrata ofTervò in una antica pergamena, che Ub.]* anche nell’Aprile dell’Anno corrente fi fegnavano gli Atti pubblici di quella Città co i nomi di Defiderio e di Adelchi, tuttavia Regnan-