88 Annali d’ Italia. ( a ) Rerum Jtalicar. S:r:ptor. Part. II. Ton. 1. pug. 228. (j>) A'idre as Diniului in C,‘ironico Tj-ii 12. R:r, Italie. tà, conducendo prigionieri quegli abitanti : fegno che doveva eiTere ben forte in collera contra d’eifi. Ditali conquiile fatte da Rota ri fi truova menzione anche prello Paolo Diacono, raccontando egli , che quello Re prefe tutte le Città de’Romani, che fono da Luni Città deiia Toicanafino ai confini del Regno della Francia. E qui merita d’eflere olfervato , che da che vennero in Italia i Longobardi, l’Arcivefcovo di Milano lì ritirò a Genova, e quivi feguitarono a ilare fino a gueilo tempo anche gli altri fuoi Succef-fori, trovandoli negli antichi Cataloghi de’medefimi Arcivefco-vi , pubblicati d i i Padri Mabillone , e Papebrochio , e da me ancora (a) , che Lorenzo II. , Coflan^o , Deusdedct , ed Aufterio , Arcivescovi di M Lino ebbero la fepoltura in Genova. Dal che lì può argomentar la moderazione de i Re Longobardi, che padroni della nobiliiiìma Città di Milano , fi contentavano , che quegli Ar-civefcovi aveifero la lor permanenza in Genova Città nemica , perchè ubbidiente all’ Imperadore . Ma da che Genova venne alle mani del Re Rotari, non veggiamo i fufleguenti Arcivefcovi feppel-liti fe non nelle Chiefe di Milano . Se g u i ta adire Paolo Diacono , che Rotari dipoi s’impadronì a forza d’armi di Oderzo, Città polla fra Cividal del Friuli, e Trivigi, che fin’allora in quelle parti s’era mantenuta efente dall’ unghie de’ Longobardi . Abbiamo da Andrea Dandolo (¿) , che in quella occafione Magno Vefcovo di Oderzo , uomo fanto, col fuo Popolo li ritirò in una delle Ifole della Venezia , e quivi fondò una Città, che dal nome dell’Imperadore Eraclio appellò Eraclea, e quivi coll’ autorità di Papa Severino, e dal Patriarca Gradenfe Pri-m genio , fil'sò la fua Sedia. Se il Dandolo , che fcriife circa 1’ Anno 1330. la fua Cronica , foiTe Autore più antico, fi potrebbe dedurre da quello racconto , che la prefa di Oderzo foiTe feguita prima, di quell’Anno. Ma in fatti tanto lontani da’ fuoi tempi non è m >!to iicura 1’ aflerzion di quello Scrittore. E tanto più che vedremo dopo alcuni anni la diilruzione di Oderzo, per cui veramente il Popolo di quella Città fu coilretto a sloggiare. Però tengo io per fabbricata prima di quello la Città Eracleenie . Che poi la tras-lazion di quella Sedia foiTe fatta coll’approvazion di Papa Severi* no , fe l’immaginò il Dandolo, perchè a’tempi di lui la credette fucceduta, e ilimò ancora, che quello Papa campaiTe due Anni, quattro Meli, e otto giorni : il che s’e veduto, che non fuiTille . Aggiugne effo Dandolo , che anche Paolo Vefcovo di Aitino in quelli tempi pafsò col fuo Popolo , e colle Reliquie in Toicello, e,