30 Annali d’ I t a l i a ; volta innalzare al fommo i peccatori , e nel più bello della lorpro-fperità gli abiiTa. Così avvenne a quelli due Principi rei nel tribunale ai Dio, e in faccia ancora del Mondo , di ei.ormt misfatti. S’era meiTo in peniìero il fuddetto Re Teoderico d’ ingoiare nella ilelfa maniera Clotario II. Re della Neuftria fuo (fretto parente ; e già moilbfi con una formidabile Armata , era alla vigilia di divenir padrone anche del reilo di quegli Stati , perchè Clotario non ( a) Fredeg. avea forza di refiftergli : quando colto da una dilenteria , come vuol ™ph™tc’ Fredegario (a) , o pure da altro malore , come vuol Giona nella {b) Jorwsin Vita di San Colombano (¿) , diede fine alla fua vita , e a i fuoi ec-ru.i s. Co- ceflì in età di ventifei Anni. Le confeguenze di quello inafpettato uni am . h. C0|p0 difcioliero f Armata di lui -, Clotario fi avanzò colla fua ; e gli pafsò così ben la faccenda , che lènza fpargere l’angue s’impadronì di tutta 1’ Auftrafia , e della Borgogna ; ebbe in mano tre de’ Figliuoli di Teoderico, e due d’ elli fece morire. La Regina Brune-childe in sì brutto frangente anch’ eifa tradita , cadde in potere del Re Clotario , il quale la rimproverò d’ aver data la morte a dieci tra Nipoti, e Principi della Cafa Reale. Fu elfa per tre giorni ftra-ziata con varj tormenti, poifopra un Camello efpofta a 1 dileggi di tutto 1’ Efercito ; e finalmente perle chiome , per un piede , e una mano venne legata alla coda di un ferocilììmo cavallo , il quale correndo la mife in brani : efempio terribile dell’ iniquità ben pagata anche nel mondo prefente . In tal maniera andò ad unirli nel folo Clotario li. tutta la Monarchia Franzefe, divifa ne gli anni addietro in tre parti. Quetati sì ilrepitofi rumori, il medefimo Re , fic-come quegli, che proiettava una fingolar venerazione a San Colombano , e fpezialmente dopo elferfi adempiuto quanto gli aveva predetto quello Servo del Signore , fpedì in Italia Euflajio Abbate di Luxevils colla commilììone di farlo tornare in Francia . Ma il lànto Abbate fe ne feusò , nè volle rimuoverli da Bobbio . Probabilmente appartiene a quell’ Anno una Lettera da lui fcritta a Bonifacio IV. Papa y e pubblicata da Patricio Flamingo , e poi inferita nella Biblioteca de' Padri. Durava tuttavia in Milano , nella Venezia , e injaltri Luoghi lo Sciima fra i Cattolici, accettando ipiù d’ effi il Concilio Quinto Generale , ed altri rigettandolo . E perciocché premeva forte allo ilelfo Re Agilolfo, che fi toglieife quella difcordia , per ordine fuo San Colombano colla fuddetta Lettera fece ricorfo al Papa . In elfa fra 1’ altre colè ei dice : A Reoe cogor, ut Jingillatim fuggeratn tuis piis auribus fui negotium doloris . Dolor namque fuus ejl Schifma Popali prò Regina , prò Filio , forte & prò fe