Anno DCCCXXV1I. 539 dori, o de’loro Miniftri. Di quefto Pontefice erano infigni le Virtù, annoverate dal fuddetto Anaftafto (a), ed egli degno ben era di 00 Anajiaf. lunga vita; ma non pafsò un Mefe, cbe Dio lei tolfe, con dolore Va' di tutti i Romani. Si venne dunque ad una nuova elezione, e i voti di tutto il Clero e Popolo Romano concorfero nella perfona di Gregorio IV. Parroco, o fia Cardinal di San Marco, la cui Pietà e Carità verfo i Poveri, con affaiftimi altri pregi gli Servirono di ' raccomandazione per confeguire la Cattedra di San Pietro. Diffi , che tutti concorfero, ma fe ne dee eccettuare uno, cioè Gregorio fteffo, che per quanto potè ripugnò ad accettar sì fatta elezione. Abbiamo poi da Eginardo, che quefti eleclus fed non prius ordina-tus efì, quam Legatus ■ Imperatorìs Romam venit, & eleclione/h P optili , qualis ejjet, ex aminavit. Ecco dunque, che cominciamo a vedere verificato il Depreto attribuito a Papa Eugenio Secondo, e a Lottario Augufto intorno al divieto di confecrare il Pontefice eletto fenza l’aflenf© delTlmperadore o de’fuoi Miniftri, con poteri! dubitare, che ciò ancora fi offervaffe nell’elezione di Valentino, perchè forfè in Roma fi trovava il Legato Imperiale, che ac-confentì. L’Autore della Vita di Lodovico Pio fcrive (/’), che fu e- (b) Afìrono-letto eifo Gregorio, dilata ■ confecratione ejus ufque ad confultum ^ In pl‘: Imperatorìs. Quo annuente & eleclionem Cleri & Poptili probante, ordinatus efì- in loco prioris .' Facevano gran rumore in Italia e in Francia gli icritn di Claudio Vefcovo di Torino contro il culto delle facre Immagini. Prefero perciò la penna per confutare i di lui errori Dungalo Monaco, e, pai Giona Vefcovo di Orleans. Il Padre Mabillone (c) cercando, chi forte queftò Dungalo, Autore labili. del Libro ¿e Cultu Imagi nurU, inclinò a crederlo Monaco nel Moni -Amai. Be-fiero di San Dionifio in Francia, e lo fteffo, che un Dtmgalo rin-™dnfnjr“d chiufo , cioè fecondo il coftume durato per molti Secoli, chiufo fpontaneamente fra quattro mura, talvolta con un contiguo orticel- lo , o con un Oratorio, per fervire a Dio in un sì ftretto albergo ; del qual Dungalo reftano tuttavìa alcuni verfi . Abbracciò anche il Padre Pagi (d) con altri quefta conghiettura , ch’io ho già dimo-(d) Pagius ftrato non reggere alle pruove.- Cioè nelle Annotazioni (-e) alle-^ Annui. Giunte delle Leggi Longobardiche, e molto più nelle Antichità I- (™Rer. taliane (/), ho dimoftrato, che Dungalo Monaco, di nazione ve- bulicar. ramante Scoto, come immaginò ii fuddetto Padre Mabillone, abi-tava non già in Francia, ma in Italia nella Città di Pavia, e qui- tat. Italie. vi era Maejlro di Scuola, inviatovi dall’Imperador Carlo 'Magno , Differtat.67. a fine d’infegiur le Lettere in quella Reai Città. Ciò coftajdal Capi-