Annali d’ Italia: Anno di Cristo dccxvii. Indizione XV. di G R e G o R i o li. Papa 3. di Leone lfauro Imperadore 1. di L I U T P R A N D o Ile 6. ALle Leggi Longobardiche fu ancora in queft’ Anno fatta dal Re Liutprando un’altra Giunta (a) dìe Kalend. Mar rii An-'prf[hjd'l no Regni nofìrt, Dco propino V. Indizione XV. coll’ intervento ed Rcr. Italie, aifenfo de i Primati e del Popolo. Ivi egli è intitolato ExceUen-tijjimus Rex gentis felicijjìma , Catholicce ? Deoque ditecicb Lari-gobàrdorum . Godeva in fatti fotto quei Re un’ invidiabil pace il loro Popolo , ed èra con vigore arnminiftrata la Giustizia , al contrario dell’ Imperlo Romano in Oriente , fconvolto da tante rivoluzioni , lacerato da tante parti dai Saraceni , e governato benefpef-fo da Imperadori o inetti, o Eretici, o crudeli : de’quali difordini entrava talvolta a parte anche il paefe , che reftava fotto il loro dominio in Italia . Succedette appunto in queft’Anno, fecondo la (b) Theoph. teftimonianza di Teofane (¿) , e di Niceforo (c ), una nuova mu- (c) ChN°ic°ph taz*on di Principe in Coftantinopoli. Andavano alla peggio gli af-in Chronico. fari pubblici per 1’iniufHcienza di Teodojìo Imperadore; e il peggio era, che li fentiva un formidabi! preparamento dalla parte de’ Saraceni, e di Solimano loro Caiifa ed Imperadore , per venire all’ allodio di quella Imperiai Città. Però cominciarono tantoipubblici Magiftrati, quanto gli Ufiziali della milizia ad eforiar Teodo-fio , che Voleile dimettere l’eccella fua carici, e lafciar luogo in sì gran bifogno e pericolo del Pubblico a chi aveffe più abilità e petto . Acconfentì egli da faggio , fi ritirò, ed arrolatofi col Figliuo- lo nella milizia Ecclefiaftica, pafsò tranquillamente il refto de’fuoi giorni. Àppreffofu eletto Imperadore Leone , Generale alloradell’ efercito d’ Oriente , nato in Ifauria, e però conofciuto fotto nome di Leone lfauro, uomo di gran coraggio. Salì egli fui Trono nel di 25. di Marzo, e poco flette a lignificar con fue Lettere l’efalta-zionefua al fummo Pontefice Gregorio II. con una chiara profeflìon della Fede Cattolica: il che bafto perchè folte ammeffa l’immagine di lui in Roma , e il Papa s'impegnaffe tutto alla confervazione del di lui Stato in Italia. E forfè fu in quelli tempi , che i Longobardi del Ducato Beneventano- fotto il Duca Romoaldo lì. con frode occuparono il Cartello di Cuma , che era allora una buona Fortezza, dipendente dal Ducato di Napoli. Portatane a Roma la nuo-