22.8 Annali d’ Italia; (a) Thtoph. in Chronog. (h' Mibill: A'iltial. Bè- nil'ct. I. fi]. Cjp.78. macchinava~di torgli la vita con ifperanza, per quanto iì può con-ghietturare, di fuccedergli nel Regno . A tal fine aveva egli preparato un convito in lua caia, dove penfava d’invitare il Re , e meffi in disparte de gli fgherri fortiifimi, che nel più bello del pran-doveano fare la fella al Re. N’ ebbe fentore Liutprando, e pe- zo rò mandò a chiamar Rotari, e giunto coftui alla fuaprefenza, ta-ftò colle mani, s’ era vero, che poftaiTe il giacco fotto a i panni, come gli era flato fuppofto , e trovò, eh’era così. Rotari feoperto diede indietro, e sfoderò la fpada per uccidere il Re,- ma il Re 11911 fu mica pigro a fguainar la fu a. Allora una delle guardie per nome Sabone prefe per di dietro Rotari,, con reftare ferito da lui nella fronte . Accorfero 1’ altre guardie, e faltandogli addoifo , io ftefero morto a terra. Quattro fuoi Figliuoli, che non erano a quefto Spettacolo , reftarono anch’ effi uccifi , dovunque furono trovati. Per attediato poi di Paolo Diacono , era Liutprando di mirabil’ ardire. Gli fu riferito, che era fcappato detto a due de’ fuoi Scudieri di volerlo ammazzare . Un dì li fece venir feco nel più folto d’ un bofeo, e mef-fa mano alla fpada, li rimproverò per l’iniquo loro difegno , con foggiugner.e , che era allora il tempo di efeguirlo . Gli caddero a5 piedi impauriti con rivelargli il meditato delitto , e chiedergli mi-fericordia. Così fece con altri -, e ballava confefTare e dimandar mercè, ch’egli dipoi generofamente perdonava. Attefe in queft’ Anno il faggio Imperatore Anaflafio , fecondo la teflimonianza di Teofane ( a) , a fortificare , e provveder di viveri la Città di Coftan-tinopoli, e a far de’ mirabili preparamenti per terra e per mare , a fin di mettere argine alle continuate conquide de’ Saraceni, non lafciando di trattar nello fteflb tempo con loro di pace, e maflì-mamente perchè voce correa, che voleffero venir fotto Coflanti-nopoli. L’ Anno poi fu quefto , in cui venne a morte Pippino di Eriftalio , potentiflimo Maggiordomo del Regno di Francia. A lui fuccedette nel medefimo grado Carlo appellato Martello , che Al-paide fua concubina gli avea partorito, giovane di ve 11 tiquattr’anni, ma di un valore, ed ingegno rariffimo. Egli avea per Moglie Rotrude , da cui erano già nati Carlomanno, e Pippino, che poi fu Re di Francia. Ma per la morte del fuddetto Pippino d’ Eriftal- lo fi lconvolfe tutto il Reame deWranchi, di maniera che feguiro-no varie battaglie con ifpargimento di gran l'angue de’Popoli, come s’ha da gli Scrittori della Storia Franzefe. Da uno Strumento fcritto fotto quella Indizione nell’ Anno Secondo del Re Liutprando ? citato dal Padre Mabillone (¿), fi ricava, che. continuava tut-