Anno DCCLXXXIX. 4o9 dori, perchè efercitaffero la giuftizia punitiva. In oltre fi offervi, che nelle Lettere del Codice Carolino fi parla tanto del dominio de’ Papi full’Efarcato, e nulla del dominio d’eilì in Roma. Che fe i Pontefici di quefti tempi moftrano tanta premura per la ditefa,e in grandimento del Ducato Romano, nulla di più fanno, che fi facef-Se San Gregorio Magno, il quale niun dirà, che foffe Padron di Roma. Comunque Sia, meglio è in quella ofcurità di cofe confef-far la noftra ignoranza , che decidere fenza valevoli pruove dello flato delle cofe d’allora. Io so , non mancar perfone, che mal volentieri odono trattati quefti punti di Storia,- ma è da defiderare, che ognuno anteponga a i privati fuoi affetti l’amore della Verità, nè fi metta a volere Stabilir colle idee de’tempi prefenti quelle de eli antichi Secoli; ficcome all’incontro è di dovere, che ognuno rispetti il prefente fiftema de gli Stati e Governi, confermato dalla preferizione di tanti Secoli, fenza pretendere di prender Legge da’ vecchi Secoli, per regolare i prefenti. Anno di Cristo dccxc. Indizione xiii. di Adriano I. Papa 19. di Costantino Imperadore 15. e 11. di Carlo Magno Re de’Franchi e Longob. 17. di P 1 P P 1 N O Re d’Italia 1 o. IN queft’Anno, fecondo gli Annali de’Franchi, niuna fpedizion militare fu intraprefa da Carlo Magno. Solamente fappiamo , (a) che mentr’ egli dimorava in Vormazia, vennero a trovarlo gli \*)rfufn~Ari. Ambafciatori de gli Avari, o fia de gli Unni, padroni allora della nai. Francor. Pannonia, oggidì chiamata Ungheria. Sino a i confini del loro dominio fi Stendevano i dominj di Carlo Magno, ficcome padrone della Baviera; e lite appunto era fra loro a cagion d’effi confini. Non fi potè venire ad un accordo, e di qui ebbe principio una nuova guerra , che nell’Anno feguente accenneremo principiata contra di que’ Barbari. Avea poi finquì l’Imperadrice Irene tenute le redini del governo in Oriente, lafciando follmente il nome di Padrone al Figliuolo Coflantino Augufto. Ma offendo egli giunto all’età di vent’ anni, inforfero de’Configlieri, (¿) che gl’iniìnuarono, non aver Tktoph egli più bifogno di Tutrice, per governare i fuoi Popoli, ed effereCkronoS> tempo di levare il maneggio all’ambiziola Madre, e a Stauracio Patrizio, che era difpotico della Corte. Abbracciò Coflantino il consiglio; ma feoperta la congiura, Irene e Stauracio infierirono can-