Annali d’ Italia. Anno di Cristo dccxix. Indizione li. di Gregorio II. Papa 5. di Leone Ifauro lmperadore 3. diLiUTPRANDO Re 8. ERa flato relegato, fìccome accennai di fopra , a Salonichi Ariemio detto Anafla(io Imperador già deporto, (a) La me-ronog, moria ¿elle paffate grandezze non gli lafciava goder pofa nel Mo-nillero, e quefta in fine il conduffe a far delle novità. Sollecitato per Lettere da Niceta Silonite a ripigliar l’imperio, s’indirizzò a Terbellio Principe de’ Bulgari, che 1’ accompagnò , con un efercito, ed in oltre gli sborsò cinque mila libre d’ oro per le fpefe della guerra . Con querte forze marciò alla volta di Coftantinopoli , ma non vi trovò quella corrifpondenza, ch’egli s’era lufingato d’avervi. Prefero l’armi in favor di Leone i Cittadini: il che veduto da i Bulgari, penfarono megiio di far mercato della perfona d’Artemio, congegnandolo vivo nelle mani d’ erto Leone lmperadore , da cui ben regalati fe ne tornarono contenti alle lor cafe . Non vi fu perdono per la vita d’Artemio , di Niceta, e d’altri Nobili fuoi amici, o -complici -, e coMo fpoglio e conf fco de’ loro beni s’ arricchì non poco l’erario dell’lmperadore. Circa quefti tempi eflendo flato eletto Patriarca d’Aquileia Sereno, ottenne il Re Liurprando dal Papa il Pallio Archiepifcopale per lui, giacché quantunque foffe celiato 10 fcìsma di quella Chiefa, i Papi non aveano voluto concederlo a que’Patriarchi. Tal grazia fu a lui accordata con patto di non inquietare nè ufurpare 1’ altrui giurisdizione . Ma non pafsò gran tempo , che Sereno cominciò a voler raccorciare il piviale a Donato Patriarca di Grado .Ne fece quelli infieme col Duca di Venezia, e co i Ve fco vi dell’ litria fuoi fuffraganei , doglianza a Papa Gregorio, 11 quale perciò f'criile a Sereno una Lettera forte, incaricandogli di non iftend-ere la fu a autorità oltre a i confini del Regno Longobardico , nel qual Regno non erano comprefe nè Venezia collTiole d’ intorno , nè l’Iftria . Un’ altra Lettera fu fcritta da erto Papa a Do- (b) £WM.nat0 Patriarca di Grado , a Marcello Doge, ed al Popolo di Vene-in Cf-.ror.ic. zia, e dell’Iflria intorno a quello particolare. Son rapportate que-Tr™' ìtiti Lettere dal Dandolo(^), e le riferifce ancora il Cardinal Barone) Baron. nio (c) , ma troppo tardi, e certamente fuor di fìto. Il Dandolo , ln cui C* ^ono ^ate confervate, parla dipoi di cofe avvenute fotto Ann y29. VAnno quarto di Leone Ifauro , e però fembra più convenevole il far- *